Abbiamo ricevuto varie domande riguardanti il ruolo del diacono nella Celebrazione eucaristica, un argomento che viene coperto in modo piuttosto esaustivo dall’Introduzione al Messale Romano nei n° 171-186.
Per questo motivo ci concentriamo in questa puntata su alcune domande specifiche da parte di diaconi che sono pervenute in redazione.
Domanda: Anche il diacono solleva il calice o la patena assieme al celebrante al momento della dossologia finale della Preghiera eucaristica?
A questa domanda risponde con chiarezza l’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) al n° 180:
“180.Alla dossologia finale della Preghiera eucaristica, stando accanto al sacerdote, tiene sollevato il calice, mentre il sacerdote eleva la patena con l’ostia, finché il popolo non abbia acclamato l’Amen”.
Si noti che il diacono solleva il calice in silenzio e non partecipa al canto o alla recita della dossologia.
Domanda: Dopo la benedizione finale del celebrante al termine dell’Eucaristia, quando il diacono congeda il popolo: “Andate in pace…”, lui pronuncia queste parole allargando le braccia come fa il sacerdote quando dice “Il Signore sia con voi”? O invece lo fa a mani giunte?
Per quanto riguarda questa domanda, l’OGRM afferma specificamente ai n° 184-185 che il diacono congeda il popolo a mani giunte:
“184.Detta l’orazione dopo la Comunione, il diacono dà al popolo brevi comunicazioni, a meno che il sacerdote preferisca darle personalmente”.
“185.Se si usa l’orazione sul popolo o la formula della benedizione solenne, il diacono dice: Inchinatevi per la benedizione. Dopo la benedizione del sacerdote, il diacono congeda il popolo dicendo, a mani giunte e rivolto verso il popolo: La Messa è finita andate in pace. Tutti rispondono: Rendiamo grazie a Dio”.
Sempre a mani giunte, il diacono saluta il popolo prima di leggere il Vangelo dicendo: “Il Signore sia con voi” e quando rivolge l’invito: “Scambiamoci un segno di pace”.
In altre parole, la regola generale è che il diacono non compie mai il gesto di allargare e di ricongiungere le mani durante la Messa.
La spiegazione è molto semplice: il gesto di allargare e di ricongiungere le mani mentre si saluta l’assemblea durante la Messa viene considerato un atto presidenziale ed è quindi riservato al celebrante.
Inoltre, l’invito a scambiarsi il segno di pace e il congedo del popolo non sono saluti ma mandati rivolti all’assemblea.
Il “Signore sia con voi” prima del Vangelo è un caso particolare in quanto è un saluto, ma, dal momento che la lettura del Vangelo non è stata tradizionalmente un atto presidenziale nel rito latino, viene pronunciato a mani giunte.
Va notato che anche quando un sacerdote celebra senza un diacono non allarga le sue mani nei momenti sopra menzionati.
La situazione è diversa invece quando un diacono presiede un’assemblea – ad esempio, per l’Ufficio divino o per il Servizio della comunione – e saluta l’assemblea allargando e ricongiungendo le mani nello stesso modo di un sacerdote.
Domanda: È consentito al diacono di dare la benedizione con l’Eucaristia al momento della benedizione?
Per quanto riguarda la benedizione eucaristica impartita dal diacono: essendo il diacono un ministro ordinario delculto eucaristico, come tale, in assenza del sacerdote, può eseguire praticamente tutti i riti previsti nel rito per il culto eucaristico fuori della Messa.
Perciò, quando nessun sacerdote è presente o disponibile, il diacono può dare la Benedizione. Facendo questo, indossa gli stessi paramenti del sacerdote (cioè cappa e velo omerale con camice o cotta e stola diaconale).
Se invece un sacerdote è disponibile, il diacono assiste il sacerdote nel modo descritto nei libri: esporre e riporre il Santissimo Sacramento, porre l’ostensorio per la benedizione al sacerdote, e poi rimetterlo sull’altare.
L’indisponibilità del sacerdote non implica necessariamente assenza totale ma un impedimento ragionevole. Se, ad esempio, il sacerdote sta ascoltando numerose confessioni e il diacono presiede le devozioni eucaristiche, allora quest’ultimo potrebbe impartire la benedizione.
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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.