Lettura
Col capitolo 6 di Matteo si apre un nuovo orizzonte. Gesù continua a proporre il suo “nuovo” messaggio, rivolgendosi ora alle tre pratiche principali della spiritualità ebraica: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Il brano inizia con un’affermazione generale e di principio richiamato anche all’inizio delle contrapposizioni del capitolo 5. Il principio è quello di vivere la giustizia in modo nuovo, secondo il criterio dell’interiorità e dell’amore, rifuggendo da ogni tentazione di esteriorità e di formalismo. «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli» (5,20). Così qui: state attenti a non praticare la giustizia unicamente preoccupati a fare bella figura davanti agli uomini (cfr. Mt 6,1).
Meditazione
Nel presentare il nuovo modo di essere giusti nel praticare le opere della legge, Matteo segue un rigido schema che si ripete per tutte e tre le opere: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Parte negativa: non fare le opere come gli scribi e i farisei il cui obbiettivo è di apparire in un certo modo. «In verità io vi dico» (affermazione solenne e dichiarativa) sono già stati premiati dagli uomini; il riconoscimento umano spesso è precario, di un momento, soggetto a facili e improvvisi capovolgimenti! Parte positiva: tu invece (sembra di risentire il «ma io vi dico» del capitolo 5) comportati in modo nuovo, senza alcuna preoccupazione di apparenza esteriore, perché allora la ricompensa sarà ben diversa, appagante e abbondante, sarà il premio del Padre celeste. Noi, che siamo nel regime della salvezza giunta al suo compimento in Cristo, assomigliamo forse qualche volta agli scribi e ai farisei? Nel compiere le opere della fede, ci guida forse più la ricerca della stima da parte degli altri, ci condiziona l’eventuale giudizio degli altri, ci abita la preoccupazione di apparire buoni agli occhi degli altri? Dice molto bene un autore anonimo in un commento al Vangelo di Matteo (omelia 13): «Che cosa riceverai da Dio tu che non gli hai dato nulla? Ogni atto infatti che viene compiuto per Dio è offerto a Dio ed egli lo riceve; ciò che invece è compiuto per gli uomini si sparge al vento e non è atteso da nessuno… Chi opera in funzione degli uomini, fallisce su questa terra senza ottenere nulla in cielo».
Preghiera
Il tuo santo Spirito, o Signore, mi faccia comprendere sempre più che amore e misericordia sono i veri sacrifici che tu gradisci. Liberami, perciò, dalla tentazione di affidarmi all’apparenza e alla forma esteriore.
Agire
«“Mi è passato l’entusiasmo”, mi hai scritto. Tu non devi lavorare per entusiasmo, ma per Amore: con coscienza del dovere, che è abnegazione» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).
Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti:
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