‘Entrare’ nella Basilica Vaticana, anche attraverso le righe di un articolo, suscita sensazioni oltre che di ammirazione, di grande rispetto. Un rispetto che non nasce soltanto dalla tradizione storica a cui questo luogo è strettamente legato, ma anche e soprattutto perché uno dei capisaldi della fede umana, polo attrattivo di grandi energie emotive che ha spesso raccolto emozioni millenarie di una fede insita nel cuore di ciascuno di noi, a prescindere dalla cultura religiosa di appartenenza.
L’accesso ‘fisico’ alla basilica è mediante la scala costruita dal committente Paolo V e successivamente ristrutturata dal Bernini nel 1667. E’ impostata su tre livelli e un padiglione convesso (chiamato ‘ventaglio’ per il suo disegno) all’epoca realizzato per l’accesso di carrozze e cavalcature. Ai suoi lati sono state posizionate fin dal 1847 due colossali statue con San Pietro, sulla destra e di San Paolo, sulla sinistra.
Le fondazioni della facciata furono gettate dalle maestranze di Carlo Maderno il 5 novembre 1607, con un particolare accorgimento, quello di renderle indipendenti dal resto della struttura, che assunse contorni imponenti. Scandita da colonne e paraste corinzie gigantesche, è larga m. 118.6 e alta m 48 escluse le statue e venne impostata con una divisione: inferiore e centrale. L’ordine inferiore è scandito da cinque cancelli di ingresso all’atrio a sua volta sormontati da nove finestre (tre con un balcone), mentre l’ordine centrale, che abbiamo in precedenza nominato e noto con la denominazione di Loggia delle Benedizioni, è il fulcro dell’intera facciata, in quanto vi si affaccia il pontefice per le solenni benedizioni Urbi et Orbi e vi si annuncia l’elezione del nuovo pontefice. Il completamento avvenne nel 1614 (nonostante l’iscrizione riporta la data del 1612) con la rifinitura del cornicione, dell’attico e della balaustra sormontata dalle statue del Cristo Redentore, di San Giovanni Battista e di undici apostoli.
Anche l’atrio, corrispondente al vestibolo introduttivo delle precedenti basiliche, venne realizzato da Pietro Maderno contemporaneamente alla facciata. La porta principale è decorata nella parte superiore da un rilievo raffigurante la Pasce oves meas (‘Pascola le mie pecorelle’), poi riprodotto dal Bernini nello schienale della Cattedra bronzea, posta all’interno dell’edificio. Situato sul lato opposto, sopra l’entrata principale, è il mosaico conla Navicella della Chiesa, un rimaneggiamento dell’originale di Giotto che in origine aveva la forma rettangolare ed era collocato nel quadriportico della basilica costantiniana.
I cinque ingressi introducono nell’interno della basilica e sono protette ai lati da quattro porte realizzate nel 1947 mentre quella centrale, detta ‘Porta del Filarete’ (prende il nome dal suo autore ed è alta m. 7,14 e larga m. 3,60), venne realizzata nel ‘500 su committenza di papa Paolo V.
La prima sensazione che si percepisce varcata la soglia di accesso è quella di una grandiosità senza pari, in cui il fattore emozionale influisce solo in parte sul giudizio iniziale. Nonostante le ottime proporzioni permettono una veduta d’insieme e un equilibrio inconfutabili, ci si trova di fronte ad un qualcosa che ad un attento esame impressiona fino a lasciare sgomenti.
Sarebbe improprio descrivere ciascun altare o manufatto artistico presente nella Basilica. Nonostante questo non possiamo esimerci dal descrivere alcuni elementi imprescindibili per una conoscenza, seppur sommaria, del complesso architettonico. Iniziamo col dire che, a dispetto dell’antica planimetria costantiniana, l’attuale basilica presenta una forma più articolata rispetto alle ‘semplici’ cinque navate. La lunga navata principale presenta, nella parte centrale, il famoso Baldacchino di San Pietro, dietro il quale, è visibile la Cattedra. Addossata al pilone denominato di San Longino è la statua bronzea di San Pietro. Il Baldacchino ideato dal Bernini, venne realizzato tra il 1624 e il 1633, utilizzando il bronzo proveniente dal controsoffitto del vestibolo del Pantheon. E’ alto quasi 30 metri ed sorretto da quattro colonne tortili che imitano quelle del Tempio di Salomone nonché quelle del ciborio della vecchia basilica costantiniana. Al centro, sorge l’Altare papale, detto anche di Clemente VIII, colui il quale lo consacrò nel 1594 e collocato esattamente sulla verticale del Sepolcro di San Pietro. Lungo i pilastri che scandiscono l’invaso della cupola si trovano le sculture commissionate da Urbano VIII di San Longino (dello stesso Bernini), Sant’Elena, Santa Veronica e Sant’Andrea.
(La nona parte è stata pubblicata sabato 8 giugno. L’undicesima puntata seguirà sabato 22 giugno)
* Paolo Lorizzo è laureato in Studi Orientali e specializzato in Egittologia presso l’Università degli Studi di Roma de ‘La Sapienza’. Esercita la professione di archeologo.