Un parola sincera e trasparente

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Giurare significa affermare o promettere, invocando Dio (cfr. Num 30,3). Spergiurare o imprecare significa violare il giuramento, giurare il falso, come fa Pietro durante la passione del Signore (cfr. Mt 26,74). Dio (né altre persone o cose) non va strumentalizzato per affermare una propria verità o idea o scelta. Non ci si deve servire di Dio per difendere o accreditare proprie scelte, spesso non trasparenti. La verità si impone da sé. L’espressione «il vostro parlare sia sì sì, no no» indica essenzialità e trasparenza.

Meditazione

Ritorniamo per un momento sull’espressione «Avete inteso che fu detto… ma io vi dico». Essa ci richiama all’autorevolezza di Gesù. Non solo la sua parola, ma anche la sua persona si impone. Egli, infatti, non solo parla, ma agisce con coerenza, è fedele, tra il suo dire e il suo fare non c’è abisso. Per noi, spesso, presi tra promesse e infedeltà, questo richiamo è salutare. Questa terza contrapposizione riguarda il giuramento: Non giurerai il falso, aveva detto la legge antica; tu, discepolo del Regno, non giurare affatto, per nulla, per nessun motivo. La tua parola sia sempre chiara, limpida, vera, trasparente, essenziale… Il giuramento è bandito perché deresponsabilizza. La verità non ha bisogno di appoggi, anche divini. Ecco il nuovo di Gesù: il tuo parlare sia sì, sì; no, no. L’essenzialità e la sincerità del nostro parlare, cui deve corrispondere la vita che conduciamo, sono caratteristiche del parlare da cristiani. Sono da bandire ambiguità, non-chiarezza e prolissità. Anche in questo l’esempio di Gesù e di Paolo è chiaro. Lo dice l’apostolo stesso: «In questo progetto mi sono forse comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo calcoli umani, in modo che vi sia, da parte mia, il “sì, sì” e il “no, no”? Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è “sì” e “no”. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu il “sì”» (2Cor 1,17-19). E san Giacomo incalza: «Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra e non fate alcun altro giuramento. Ma il vostro “sì” sia sì, e il vostro “no” no, per non incorrere nella condanna» (Gc 5,12).

Preghiera

«Lascia, o Signore, che ti rivolga le mie preghiere nel modo che più ami, spargendo la luce su quelli che mi circondano. Lasciami predicare senza predicare, non con le parole, ma con l’esempio. Con la forza che attrae e l’influsso di quello che faccio. Con la pienezza dell’amore che ho per te nel mio cuore» (beata Teresa di Calcutta).

Agire

«È più facile dire che fare. Tu… che hai quella lingua tagliente – come un’ascia –, hai provato qualche volta, anche solo per caso, a fare “bene” ciò che, secondo la tua “autorevole” opinione, gli altri fanno meno bene?» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: 
info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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