Il pugile italiano Vincenzo Mangiacapre, medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra del 2012, è il nuovo testimonial del Progetto pilota “Ibu” promossa dalla Onlus Steadfast per la costruzione di un Campus universitario in Nigeria. Di seguito l’intervista.
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Perchè un incontro di pugilato per uno spot di una Onlus impegnata in un progetto umanitario in Nigeria?
Mangiacapre: Il pugilato, denominato anche “nobile arte” è uno sport che nasce dal basso e riesce a coinvolgere persone di ogni classe sociale. Lo sport in generale è un fantastico mezzo per esportare valori buoni e in questo caso dare una speranza ai ragazzi che saranno coinvolti nella realizzazione del Campus Universitario nello Stato di Enugu, Nigeria.
Per quale motivo si è prestato come testimonial del progetto della Steadfast?
Mangiacapre: Vengo dalla strada e da una terra difficile come la Campania e la mia Marcianise. Sono caduto tante volte e altrettante volte mi sono rialzato. Il pugilato è stato la mia salvezza e voglio raccontare questa mia esperienza a giovani che vivono situazioni difficili, sicuramente più delle mie.
Cosa la appassiona del progetto?
Mangiacapre: La cosa che più mi appassiona è il fatto che sia un progetto rivolto ai giovani, alla loro istruzione ed emancipazione. Dalla cultura possono nascere grandi cose e la Steadfast regala un fiore di speranza a queste popolazioni.
La Steadfast realizzerà una cena di raccolta fondi per il Progetto, che prevede un incontro amichevole di pugilato tra l’Italia e la Nigeria. Cosa il pugilato italiano può imparare ed insegnare al pugilato nigeriano?
Mangiacapre: Rispondo con una frase di Muhammed Alì che è anche il mio mantra: “Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”.
Quale augurio rivolge alla Presidenza della Steadfast?
Mangiacapre: Al Presidente della Steadfast Onlus, Emmanuele Di Leo, auguro di portare a termine al meglio questo ambizioso progetto così come lo hanno pensato e immaginato grazie a lungimiranza e sensibilità. Il loro motto “Edificare e servire” è composto da due verbi che esortano all’azione ed è quanto di più bello possano regalare a chi ne ha realmente bisogno.