Lettura
Riprendiamo in mano il Vangelo di Matteo, ci accompagnerà fino alla fine del mese. Faremo una lettura semicontinua dei capitoli da 5 a 7. Con Gesù saliamo sul monte. Là egli ci ammaestrerà sulla realtà del Regno dei Cieli. Nella prima lettura, invece, per due settimane sarà nostro compagno di viaggio san Paolo che, nella Seconda Lettera ai Corinzi, annuncerà il Vangelo con continui riferimenti alle sue vicende personali, alla gioia e al peso del ministero apostolico, alla situazione concreta della comunità cristiana: un vangelo, quindi, calato dentro al vissuto delle persone e della comunità.
Meditazione
Notiamo il tono solenne dell’inizio di questo discorso. Gesù vede le folle, sale sul monte, si mette a sedere, si avvicinano i discepoli, inizia l’insegnamento: «Beati…». Le nove beatitudini descrivono la realtà del discepolo. Chi segue Gesù, nelle diverse forme di vita e nelle più svariate situazioni, come la povertà, la sofferenza, il desiderio mai assopito di giustizia e di pace, la violenza, le difficoltà, ecc. sappia di essere – adesso – nella gioia e nella beatitudine: è nella pace. In ognuna di queste beatitudini – eccetto la prima – c’è anche una prospettiva futura. I “beati” discepoli saranno consolati, erediteranno il Regno, saranno saziati, troveranno misericordia, ecc. Afferma a questo proposito san Giovanni Crisostomo: «Non potrebbe certo essere beato colui che ricevesse soltanto una ricompensa effimera, che finisce con questa vita e scompare più rapidamente nell’ombra». Per chi si mette alla sequela di Gesù, dunque, c’è un presente beato ma ancora più c’è un futuro beato che sarà la pienezza di ogni desiderio e anelito del cuore. Seguire il Signore, pur nelle difficoltà che comporta la sequela, già per se stesso costituisce la gioia del discepolo. Come spesso canta il salmista: beato e felice l’uomo che cerca il Signore. La ricerca, immagine emblematica della vita presente, è di per sé esperienza di gioia profonda e di beatitudine certa. La beatitudine della povertà, non a caso è posta all’inizio; significativamente indica la condizione essenziale per poter vivere tutte le altre. Solo chi è povero nello spirito, cioè si fa piccolo e si abbandona in Dio, entra in questa esperienza di felicità già adesso, pur in mezzo al turbinio del vivere quotidiano.
Preghiera
«Quanto sei buono, o Gesù, o Medico divino che hai sino alla fine del mondo, trasformato i nostri mali in gioie e in sorgenti di vita eterna!» (beato Charles de Foucauld).
Agire
«La santità “grande” consiste nel compiere i “doveri piccoli” di ogni istante» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).
Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it