Il mondo necessita di cristiani non inamidati e meno tiepidi!

Il cristiano che parla contro i falsi interessi della comunità, illuminando ciò che si nasconde nel buio, mai sarà facilmente compreso e accolto

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Noi cristiani dovremmo essere più inflessibili nel portare avanti un modello di società, che mostra in ogni momento segni di cedimento sociale, civile, economico e politico. Capisco il Santo Padre, Papa Francesco, che ci invita a non essere cristiani inamidati; così come ricordo Benedetto XVI, quando ci richiamava ad essere meno tiepidi, nel rispetto dei comandamenti del Signore. Appelli essenziali, non di certo, per conservare la fede in un recinto sicuro, ma per fortificarla nella capacità di leggere la storia umana con occhi nuovi, senza svendere il senso etico e spirituale che la trascende. Il cristiano non deve essere comunque un oltranzista!

Il dialogo, la moderazione, la condivisione, la partecipazione plurale, la complicità positiva, devono affiancare lo stile dell’uomo del Signore, senza affievolire il suo cammino nella Parola. Il mondo, come  detto più volte da Gesù, dovrà convivere con i tormenti della sua realtà, che potrà misurare e contenere, solo se i cristiani non verranno meno nell’affermare l’insegnamento del figlio di Dio. Una testimonianza prudente, contenuta, pacata, ma decisa, che ascolti l’altro e lo rispetti.

Una prova, quindi, sicura del nostro credo, che non rinunci alla libertà di professare la veridicità del Vangelo, nemmeno fosse scomoda o comunque difficile, da essere, nella contingenza attuale, fatta propria da chi ci sta accanto. Il cristiano, che diventi esso stesso movimento apostolico, non cerca consensi personali sugli accordi al ribasso, ma, amando e vivendo per la salvezza dell’altro, semina la Parola nella verità, sapendo che il Signore la farà prima o poi germogliare.

Il mio maestro spirituale, mons. Costantino Di Bruno, dice, sempre, che chiunque voglia servire il Padre, debba prepararsi alla solitudine, all’abbandono, al tradimento altrui, al rinnegamento, ai flagelli, alla sentenza di morte, alla crocifissione. Parole scomode, ma vere! Il profeta Michea profetizza questa solitudine, questo allontanamento da parte di tutti.

“Di nessuno si potrà fidare. Ognuno lo potrà vendere al suo nemico. Neanche dei parenti più stretti ci si deve fidare. Anche loro possono tradire, vendere, consegnare”. Queste meditazioni che vengono da lontano non sono poi così  fuori dal contesto in cui viviamo. Potremmo dire che oggi sono state svilite o camuffate, nel loro significato più profondo, proprio tra quei laici o religiosi che hanno pensato di ritagliarsi “una dimensione evangelica personale”.

Un atto privato che, probabilmente, sa nutrirsi di solidarietà verso il prossimo, ma che, alla fine, non smuove la ruggine del cuore e della mente che, la nostra società, ha prodotto attraverso il suo stile di vita, di cui tutti ci lamentiamo, approvandolo in pieno. Cristo, se leggiamo Luca, ha parlato, come sempre, in un modo chiaro rivolgendosi ai suoi discepoli e con essi a noi, che abitiamo questo tempo difficile e in crisi totale.

“Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”.

Il cristiano non avrà una vita facile. Chi parla contro i falsi interessi della comunità, illuminando a giorno ciò che si nasconde nel buio, mai sarà facilmente compreso e accolto! Quando si rompono gli equilibri del “vitello d’oro”, si rischia di essere emarginati e spodestati da quello che si possiede. Certo chi ama le facili carriere avrà qualche piccolo problema ad incamminarsi su un sentiero così impervio, ma comunque necessario. I nemici saranno ovunque.

Continua così il passo precedente: “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. Una verità che comunque non isola l’uomo dalla famiglia o della sua comunità, ma lo rende più consapevole e prudente. Alla fine, infatti, la fermezza e la meno tiepida e non inamidata presenza dei cristiani, di cui il mondo necessita, saranno vincenti e premianti, per sé stessi e per il prossimo.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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