Lettura
Tutta la liturgia della Parola della solennità del Sacro Cuore è incentrata sul tema del pastore che raduna e raccoglie in unità il suo gregge. Così nella prima lettura il profeta Ezechiele annuncia che, visti i pastori terreni spesso inadempienti ai loro doveri, Dio stesso si fa pastore e va in cerca delle pecore disperse. San Paolo identifica il culmine della salvezza nella riconciliazione di Dio con l’umanità avvenuta grazie alla morte redentrice di Cristo. Il Vangelo di Luca riporta la prima delle tre parabole della misericordia di Dio: Egli è come un pastore che va in cerca della pecora sperduta.
Meditazione
La parabola è la prima risposta di Gesù a un’obiezione degli scribi e dei farisei: «Accoglie i peccatori e mangia con loro». Il comportamento di Gesù aveva suscitato scandalo. Un maestro non poteva mescolarsi con i peccatori. Li redarguisce, li rimprovera, li richiama a conversione, ma non mangia con loro. Gesù, invece, preferisce percorrere un’altra strada: la misericordia di Dio. Non estranea alla rivelazione antico testamentaria, egli la trasmette e la fa capire stando in mezzo ai peccatori. La condivisione e la prossimità sono le modalità attraverso cui il peccatore coglie che Dio gli vuole bene, lo ama, gli sta vicino e lo vuole salvo. La misericordia di Dio è così: si mette in cammino in cerca dell’uomo perduto, non attende al sicuro nell’ovile. Questo lasciare le novantanove pecore per andare in cerca della smarrita è l’immagine plastica dell’amore di Dio che si è mosso, mandando il suo Figlio Gesù, a cercare gli uomini e le donne “perduti”. Quello che Dio ha fatto in Gesù, manifestando così i tesori inesauribili del suo Cuore, si trasfonde nel discepolo. Il Cuore di Gesù diventa un messaggio per noi e un appello. San Basilio di Cesarea concretizza: «Va in cerca di te il buon Pastore, lasciando quelle pecore che non si sono sbandate. Se tu ti doni a lui, egli non esiterà e non disdegnerà nella sua bontà di prenderti sulle sue spalle». Nella parabola c’è anche il tema della gioia. Dice il Vangelo, infatti, che il pastore invita i suoi amici e vicini a rallegrarsi per i peccatori convertiti. L’invito è per chi, forse, anche nella comunità cristiana faceva fatica ad accogliere gli ultimi arrivati (i pagani convertiti) e godere della loro stessa gioia (i giudei convertiti).
Preghiera
Se tu, Signore, il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fai riposare, ad acque tranquille mi conduci. Rinfranchi l’anima mia, mi guidi per il giusto cammino a motivo del tuo nome (cfr. Sal 22).
Agire
«Raccogliti. Cerca Dio in te e ascoltalo» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).
Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti:
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