"Guai a me se non evangelizzassi" (Seconda parte)

Nell’anno della fede gli anniversari di Sant’Alberico Crescitelli, Missionario del Pime, martire per la fede in Cina

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All’inizio del 1900, anno del Topo per i cinesi, da Pechino, dalla Città Proibita, dove risiede la corte dell’antichissimo ma ormai al tramonto impero della dinastia Qing, retto dall’imperatore Kuang-Hsu, ma in effetti guidato dalla sanguinaria imperatrice Tzu-Hsi, all’inizio del 1900 giunge l’ordine di massacrare i cristiani. E fu massacro e distruzioni di chiese e di tutte le opere dei missionari. I cristiani furono incolpati di ogni nefandezza: avvelenamento di pozzi, estrazione di occhi ai vecchi, di cuore e di fegato a quelli che incontravano, rapinatori e massacratori di bambini, ladri dei beni dei cinesi… Tutti gli occidentali erano accusati di aver provocato tutte le guerre e i missionari di combattere Confucio e le vecchie e nobili tradizioni cinesi…

Il 5 luglio a Pechino viene emanato il decreto di espulsione di tutti i missionari e l’invito ai cristiani all’apostasia se vogliono aver salva la vita. Padre Alberico è a Yanzibian; i catecumeni lo invitano a mettersi in salvo sotto la protezione delle autorità. Il missionario accetta a malincuore per non provocare danni peggiori a loro. Troppo tardi. La sera del 20 luglio, mentre cerca di raggiungere la campagna, il doganiere locale, Jao, lo invita a fermarsi da lui perché, dice, “Tutt’intorno sono appostati i banditi”. E’ il Giuda di turno. Nel cuore della notte tre colpi di mortai danno inizio al martirio del missionario di Altavilla Irpina. Un’orda assetata di sangue si precipita su Padre Alberico armata di asce e di coltelli. Il missionario chiede, come Gesù ai soldati: “Perché fate così? Che male vi ho ho fatto?”.  La risposta la dà un colpo d’ascia che gli stacca quasi del tutto il braccio sinistro mentre un altro colpo lo ferisce al naso e alle labbra. Esce sangue abbondante. Il delirio è totale. Padre Alberico viene colpito in tutti i modi e stordito. Poi, legato mani e piedi e sospeso a una canna di bambù, è trasportato da due uomini al macello del mercato, proprio come una bestia da finire. Così, denudato, buttato sanguinante per terra,  per tutta la notte subisce ogni sorta di sevizie, anche le più vergognose. Lo spogliarono completamente e con delle candele di sego accese gli bruciarono, barba, capelli e tutti i peli del corpo, aizzando anche dei ragazzi a divertirsi così. Nella tarda mattinata del 21 luglio si decide per l’esecuzione. Vengono ingaggiati i due fratelli Pan-gniu-wa e ubriacati per l’esecuzione finale. Padre Alberico è ancora miracolosamente vivo ma ridotto a un enorme grumo di sangue. Lo trascinano fin sul greto del fiume e i due fratelli, con le lame che si usavano per tagliare la paglia alle bestie, cominciarono a colpire il missionario. Visto inutile tutto, usarono la lama come sega e solo così la testa del missionario cadde sulla sabbia del fiume. Nella notte successiva il corpo di Padre Alberico Crescitelli veniva segato a pezzi e inghiottito dalle acque del fiume Kialinkiang.

Il processo per la canonizzazione iniziò nel marzo del 1910 in Cina; il 18 gennaio 1951 Papa Pio XII proclamava Beato il Padre Alberico Crescitelli, missionario del Pontificio  Istituto Missioni Estere voluto da Pio XI il 26 maggio 1926 con la fusione del Seminario Lombardo per le Missioni Estere con il Seminario Romano per le Missioni Estere, dove era entrato Alberico Crescitelli da Altavilla Irpina.

Il 1 ottobre del Grande Giubileo dell’Anno Duemila, Giovanni Paolo II proclamava Santo l’eroico missionario, nato in provincia di Avellino e diocesi di Benevento.

Con lui il Papa canonizzava  altri119 compagni martiri nella grande Cina.

Il 23 agosto 2003 l’arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Serafino Sprovieri, elevava la chiesa parrocchiale di Altavilla Irpina, dove era stato battezzato il nostro martire, a Santuario Diocesano per il culto ai santi martiri Pellegrino e Alberico.

Gli anniversari di sant’Alberico Crescitelli saranno celebrate dal PIME e dalla parrocchia nativa del santo martire, il Santuario dei Santi Pellegrino e Alberico.

Noi auspichiamo che queste celebrazioni rinsaldino la fede degli altavillesi, suscitando vocazioni missionarie al PIME e alla vita consacrata, stimolando i giovani a una testimonianza forte della vita di fede, soprattutto tra i coetanei, ricordando alla comunità parrocchiale, a partire dal parroco, che il dono di un martire della fede non li faccia solo santamente inorgoglire ma li spinga fuori, come invita continuamente Papa Francesco, dovunque, per annunciare a tutti la gioia di seguire e far seguire Gesù, con e come Maria,  alla quale sant’Alberico si era totalmente consacrato.

Nella Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, il 24 marzo scorso, Papa Francesco ha detto “Mi unisco ai cattolici in Cina che si affidano alla protezione di Nostra Signora di Sheshan e prego per loro”. Accogliamo l’invito del Papa e uniamoci alla sua preghiera per la Chiesa perseguitata in Cina.

(La prima parte è stata pubblicata ieri, giovedì 6 giugno)

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Giuseppe Buono

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