Non confondere Dio con Cesare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Dopo lo scontro, circa la questione dell’identità di Gesù, con i capi, gli scribi e gli anziani del popolo, tocca ora ai farisei e agli erodiani confrontarsi con Gesù su un problema particolare: un ebreo deve pagare o no il tributo a Roma? Chiamano Gesù a dichiararsi circa la posizione da tenere nei confronti dei Romani invasori. Gesù sta al gioco, ma va alla carica ponendo una contro-domanda, dopo avaverli invitati a portargli una moneta. E afferma la netta distinzione dei ruoli: quello umano e quello divino, evidenziandone l’assoluta autonomia, ognuno nel suo campo.

Meditazione

Rispettare e obbedire alle autorità costituite è un principio morale che Gesù non ha timore di affermare. Lo fa pure san Paolo nelle sue lettere (cfr. Rm 13,1; Tt 3,1; 1Tm 2,1-2). Ma è necessario riconoscere al tempo stesso i diritti di Dio. “Date a Dio quello che è di Dio”. Qualora i due poteri entrassero in conflitto (è il caso di At 5,29), si deve fare come Pietro e Giovanni che dichiarano senza paura davanti al Sinedrio: bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. Perciò sono due le indicazioni della Parola di Dio su questa questione: affermare la distinzione delle due sfere. È importante, infatti, non mescolarle, confonderle o sovrapporle. Chiari e distinti devono essere i doveri verso Dio e verso le autorità costituite. Ma la distinzione deve favorire e affermare il primato di Dio su ogni cosa. Da Lui tutto proviene e a Lui tutto conduce. Egli è l’inizio e la fine di ogni cosa. In questo modo si chiarisce che essere buoni cittadini e buoni cristiani non sono atteggiamenti in contrasto tra di loro. Molto conciso e profondo è Tertulliano quando scrive, commentando questo testo: «Rendete l’immagine di Cesare, che è sulla moneta, a Cesare e l’immagine di Dio, che è nell’uomo, a Dio; così renderai a Cesare il denaro e renderai te stesso a Dio». Questo non è forse vero anche oggi per noi che spesso confondiamo i due livelli? Diamo noi stessi a Cesare, cioè ci affidiamo come se fosse un credo, a ciò che invece deve stare sotto Dio, valore assoluto della nostra vita?

Preghiera

«Mio Signore, possano i capi dei popoli, essere toccati dal tuo cuore affinché lavorino per l’unità e l’amore come strumenti per diffondere la pace su questa terra» (Beata Teresa di Calcutta).

Agire

«Se l’obbedienza non ti dà pace è perché sei superbo» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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