"Nelle terre dell'educazione", di Marco Pappalardo

Il nuovo volume dell’editrice “San Paolo” costituisce un viatico per l’educatore oggi

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“Per educare non ci vogliono teorie o teoremi, ma il mettersi in gioco totalmente sbraccianodosi le maniche”. Così scrive Marco Pappalardo, giovane cooperatore salesiano, docente di latino e greco al Liceo Don Bosco di Catania.

Il volume “Nelle terre dell’educazione” edito dall’editrice “San Paolo” con la prefazione del prof. Giuseppe Savagnone costituisce un viatico per l’educatore oggi e le riflessioni contenute nei venti paragrafi, tracciano la complessità dell’universo educativo dalle amicizie al telefonino, dalle tappe raggiunte alle sconfitte; dalla spiritualità (preghiera, perdono croce, speranza) alla solidarietà umana e sociale che si fonda sulla relazione tra lo studente e il docente, sotto la responsabilità di quest’ultimo il quale accompagna, guida, si fa carico del non facile processo evolutivo e formativo del ragazzo che cresce.

Quasi pagine di diario, scritte con il lapis, raccontano la missione “ardua ma sublime” dell’educare, del tirar fuori un progetto di vita e metterlo in piedi e per ciascuno un progetto unico e irripetibile.

Ricco di freschezza di armonia, in uno stile scorrevole e originale anche nei titoli il volume di Marco Pappalardo offre questo prezioso sussidio a docenti educatori e genitori non come trattato di pedagogia, ma come documentazione di esperienze vissute e condivise con i giovani a scuola e nell’oratorio nella quotidianità di una condivisione d’ideali educativi sulla traccia della pedagogia di Don Bosco che con l’amorevolezza ha formato “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Il tracciato di un “percorso di vita” sui sentieri che conducono alle “Terre dell’educazione” appare ben evidente nella raccolta di “saggi consigli” e nelle riflessioni cariche di speranza e di fatica. “Senza sdrammatizzare “ e senza la pretesa di educare a propria immagine e somiglianza, l’educatore si pone accanto e insieme percorre un tratto di strada con lo sguardo proteso al domani e al futuro del quale ciascuno è artefice nella libertà e nelle scelte responsabili.

L’insegnamento e la lezione sono “pensate per lui” che impara principalmente “vedendo fare” e mediante l’apprendimento “modifica il modo di pensare, di sentire e di agire”.

La carica di spiritualità ed il carisma salesiano che si respira nello scritto di Pappalardo il quale testimonia una professionalità educativa agita e vissuta nel quotidiano.

Crescere sotto la croce vuol dire imparare, sognare, lottare, cadere e rialzarsi” ed ecco le “ricette pedagogiche” dove le parole e le formule s’impregnano di esemplarità e di convincenti motivazioni.

Marco Pappalardo, che ha esordito come autore con il  volume “Sono messaggi speciali”, (2006) nel quale guida gli studenti alla lettura intelligente dei SMS si rende partecipe della comunicazione e relazione educativa anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie: chat, e-mail, blog, face book, social network. “nuove frontiere della scrittura, del linguaggio, e persino dei rapporti umani”. L’educatore di oggi ha il compito di diventare “mediatore” capace di educare anche ai nuovi media e se ogni giorno la dose di veleno tossico che si diffonde è tanta, occorre un forte antidoto, carico di amorevolezza di attenzione pedagogica.

Nel decennio che segue il file rouge dell’emergenza e della sfida educativa, il volume di Marco Pappalardo è un prezioso mattone che non bisogna fare cadere per terra, ma metterlo al posto giusto nella costruzione dell’edificio persona.

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Giuseppe Adernò

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