“Il paesaggio internazionale è stato ampliamente modificato a seguito delle ‘primavere arabe’ d’Egitto e di Tunisia, della guerra in Libia, dell’esplosione siriana e le sue ripercussioni in tutto il Medio Oriente” ha affermato il cardinale Jean-Pierre Ricard, aprendo i lavori, ieri pomeriggio, del 3°incontro dei vescovi e delegati delle Conferenze episcopali d’Europa per le relazioni con i musulmani che si riuniscono a Londra fino a venerdì mattina per discutere del rapporto tra dialogo e annuncio. Per il cardinal di Bordeaux, questi cambiamenti non sono “senza ripercussione nelle opinioni pubbliche dei nostri paesi europei”. Scopriamo dice il cardinale “che la situazione dei musulmani e delle comunità e associazioni musulmane è molto più complessa e differenziata di quanto non credevamo”. Riguardo poi la questione della formazione dell’identità da parte dei giovani cristiani e musulmani - altro tema che viene affrontato durante l’incontro – di fronte ai giovani musulmani in ricerca di identità, è per noi interessante analizzare qual è il comportamento dei giovani cattolici. ”Queste situazioni possono a volte avere degli effetti benefici”, ha detto il cardinale.

Intervenendo nella sessione di apertura, il cardinale Jean Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha ricordato l’importanza, nel dialogo tra cristiani e musulmani, della visita di Papa Benedetto XVI in Libano, con l’incontro con i capi religiosi musulmani e la creazione del Centro Inter-fede di Vienna “che potrà essere un nuovo canale da usare per denunciare la violazione della libertà religiosa e nello stesso tempo incoraggiare e condividere esperienze positive”. “I credenti – ha sottolineato il cardinale Tauran – perché sanno che ‘l’uomo non vive di solo pane’, sono coscienti che devono dare un loro specifico contributo nella vita quotidiana e che lo devono fare insieme, non come competitori, ma come pellegrini verso la verità”.

La relazione introduttiva è stata affidata a don Andrea Pacini, segretario della commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della conferenza episcopale regionale Piemonte-Valle d’Aosta, che ha proposto una rilettura del documento “Dialogo e Proclamazione” del 1991 pubblicato congiuntamente da due dicasteri vaticani (il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli). Don Pacini ha ricordato come esistono varie forme di dialogo interreligioso: il ‘dialogo della vita quotidiana’, quello ‘delle opere’ attraverso il quale si collabora in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, quello dello scambio teologico e infine, il dialogo dell’esperienza religiosa “nel quale persone radicate nella loro propria esperienza religiosa condividono le loro ricchezze spirituali”. Per Pacini “Dialogo e annuncio sono entrambi legittimi e necessari. Sono intimamente legati ma non interscambiabili: d’una parte il vero dialogo interreligioso suppone da parte del cristiano il desiderio di fare conoscere e di amare sempre più Gesù Cristo; e dell’altra, l’annuncio di Gesù Cristo deve essere fatto nello spirito evangelico del dialogo, senza aggressività e senza disprezzo”. Insomma per Pacini, l’atteggiamento supremo che sintetizza dialogo e annuncio è la testimonianza.

Nella serata, la Baronessa Sayeeda Hussain Warsi, Ministro per la fede e le Comunità – Ufficio Estero e Commonwealth, ha incontrato i partecipanti nel corso di una cena informale.