Gesù non si sofferma sulla fine dei tempi, annunciati da mille profeti di sventura, ma in un passo del vangelo di Luca predice, con disarmante certezza, la distruzione del Tempio di Gerusalemme. L’attualità dell’evento tanto tragico, quanto spettacolare, riveste un significato di grande attualità per la società odierna. Ecco cosa leggiamo a proposito: Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”. C’è da osservare che il popolo del Signore fino a quando ha vissuto in una infallibile certezza di fede, nel rispetto dei comandamenti, era diventato una fortezza inespugnabile. Nessun tipo di forza angelica o umana lo avrebbe potuto abbattere o assoggettare. Le cose cambiarono appena quella comunità incominciò a tradire il suo legame con la legge del Padre, diventando schiava delle piccole cose che le ruotavano attorno. Il Tempio fu poi abbattuto e il muro del pianto, simbolo delle sue macerie, ha rappresentato fino ad oggi, e così sarà per il futuro, un monito e un messaggio di verità per il susseguirsi delle generazioni.

Preannunziando la distruzione di Gerusalemme, Cristo ha inteso far interrogare Israele. Il popolo era ormai obbligato a farsi un vero esame di coscienza, per scorgere se nel suo cuore vi fosse stata l’osservanza dei comandamenti, oppure la loro negazione. Mantenendo la coscienza retta, pura, santa, giusta, nessuno avrebbe potuto temere alcunché. Se invece la stessa fosse stata sporcata con il peccato, allora sì che sarebbe stato necessario riflettere, per convertirsi e ritornare nella fedeltà all’alleanza giurata. Quelle parole di Gesù, perciò,  non andavano disattese, perché con puntualità si sono avverate. La storia testimonia che esse si sono compiute alla lettera. Lo attesta anche il fatto che il tempio di Gerusalemme, al contrario delle altre volte, non è stato mai più ricostruito. Due le verità che emergono: Gesù è vero profeta del Dio vivente e la sua parola si è esattamente compiuta e realizzata. Un contesto attestante che quel popolo si trovasse veramente nel peccato. Se così non fosse stato, mai Gerusalemme sarebbe stata abbandonata da Dio. Cristo parla a noi. Ci interroga. Ci chiama. Ci spinge a mettere nel nostro cuore la pace. L’uomo appare stordito dalle stesse sue conquiste e non si accorge che, giorno dopo giorno, la società che abbiamo costruito con l’idea dell’onnipotenza, si autodistrugge lentamente o comunque perde le sue certezze.

La guerra è ormai di casa ovunque. Muoiono bambini, donne, anziani, adulti, ignari della radice di tanta violenza. Le bombe a grappolo cadono in Siria, nell’indifferenza del mondo, su un campo di calcio di ragazzi. Il sistema produttivo licenzia migliaia di persone, come se fossero insetti. Papa Francesco denuncia, con il cuore sofferente, che la morte di un uomo ai margini del nostro tempo non fa notizia! Terremoti ovunque, mentre ogni volta che c’è un forte temporale, i danni sono devastanti. Crolla la fiducia della gente, che ora invoca la normalità. Cosa sta succedendo? L’economia è allo sbando e le grandi potenze cominciano ad arrancare. I poveri aumentano e sparisce la classe media. Si moltiplicano le violenze private nel pianeta femminile e l’ambiente rischia il collasso. I giovani sono insoddisfatti e si affidano, ormai sempre meno, a lunghi cortei per chiedere, giustamente, quelle riforme, che nessuno potrà garantire loro, se la società, nelle sue diverse articolazioni e responsabilità, non dovesse cambiare il modo distorto di porsi, dinnanzi a questa realtà compromessa.  Non si può certo andare avanti con promesse inattuabili o con slogan e artifici mediatici. Emerge la natura precaria dell’essere umano che deve ben attrezzarsi, per riprendere nelle mani le leve dell’umanità! L’ascolto della Parola e la sua testimonianza, in ogni campo umano, potranno donargli gli strumenti razionali ed emozionali, per mutare le sorti del singolo e del contesto sociale del nostro pianeta. Difficile? Penso proprio di no. L’uomo ha in sé la Parola; deve solo far cadere il velo pesante che la copre. Quando ha saputo rimuoverlo, pur con i suoi limiti, ha scritto pagine di storia illuminate nel progresso e nel benessere sociale. Oggi lo deve ai suoi figli!

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