Il Parlamento Europeo difende l'avvocato cinese difensore della vita

Da anni, Chen Guangcheng si batte per difendere la vita e il diritto delle famiglie cinesi ad avere più di un bambino. Il Parlamento Europeo: “Smettete di opprimere la sua famiglia”

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Il 20 maggio durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo, riunito a Strasburgo, il Presidente Martin Schulz, su richiesta del Vice Presidente Scott McMillan’s, ha rilasciato una dichiarazione sulle continue violenze e minacce che il Governo cinese sta indirizzando alla famiglia di Chen Guangcheng.

Guangcheng è un avvocato. La sua “colpa” è di essere attivista per i diritti umani in Cina. Da anni, infatti, combatte pacificamente contro la cruenta politica del figlio unico e gli aborti forzati nel suo Paese. Per questo è stato arrestato, perseguitato e sottoposto a violenze e torture (si veda il sito della Laogai Research Foundation, sezione italiana, http://www.laogai.it/ , oppure si legga “I laogai cinesi” edito da Fede&Cultura).

Dopo avere chiesto e ottenuto protezione all’Ambasciata USA a Pechino lo scorso anno, Chen si trova attualmente in Europa, libero. L’esule ha dichiarato che dopo la sua fuga, per ritorsione, il Governo cinese ha cominciato ad attaccare suo fratello maggiore, ha messo in prigione suo nipote, a cui ora rifiuta le cure mediche vitali necessarie visto il grave peggioramento della sua salute.

Il Parlamento Europeo – ha affermato Schultz – non accetta queste “intimidazioni fisiche e psicologiche”. Il Presidente dell’Unione ha rivolto un fermo invito al Partito Comunista Cinese a cambiare il suo comportamento. Chen Guangcheng nel suo tour europeo sta promuovendo una sorta di alleanza transatlantica per i diritti umani, chiamata “Europe and America Trans-Atlantic Human Rights Alliance”. L’avvocato chiede che governi e ONG, europei e americani, parlino e combattano contro le violazioni dei diritti umani che ogni giorno avvengono in Cina.

“Uno di Noi”, l’Iniziativa Popolare proposta da alcuni cittadini europei, chiede all’Unione di sospendere tutti i finanziamenti ai progetti che sovvenzionano la politica del figlio unico, gli aborti e le sterilizzazioni forzate in Cina, così come in altri paesi in via di sviluppo.

Questa richiesta è nata grazie alle informazioni che sono arrivate in Europa da persone come Chen Guangcheng, Harry Wu e altri coraggiosi difensori della vita. Ad oggi, senza saperlo, i cittadini europei sovvenzionano con milioni di euro progetti che, sotto l’egida degli aiuti allo sviluppo e sotto il nome di salute riproduttiva, contribuiscono a violenze inammissibili sulle donne. Dietro ai fondi per gli aiuti allo sviluppo, si nascondono talvolta le sovvenzioni per gli aborti forzati, che hanno portato al genocidio delle bambine che vengono selezionate prima della nascita, in particolare in India e in Cina.

A riportare i dati allarmanti è un rapporto dettagliato, più volte citato, dell’European Dignity Watch “Uno di Noi” auspica che tutto questo finisca, per questo se l’Iniziativa raggiungerà il milione di firme, si spera che la proposta di legge contro queste violenze possa essere accolta in maniera formale dell’Unione.

Mentre la forte presa di posizione del presidente Schultz non sembra ammettere trattamenti di favore alla Cina, Hollande ha premiato, il 17 maggio scorso, con “La Legione d’onore”, l’ambasciatore cinese in Francia, Kong Quan.

Questa notizia, passata inosservata in Francia, viene riportata sui siti ufficiali cinesi e dalla Radio Cina internazionale (RCI). Kong Quan è la personificazione di un Paese che continua a tenere in prigione il Nobel per la pace Liu Xiaobo e insieme a lui altri attivisti di spicco che stanno lottando per le violazioni dei diritti umani in Cina.

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Elisabetta Pittino

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