Pubblichiamo di seguito la prima parte del testo dell’intervento tenuto il 17 maggio scorso dal cardinale Velasio De Paolis, C.S., al convegno internazionale “La primavera della Chiesa e l’azione dello Spirito”, svoltosi presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
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Dovrei parlare del titolo “Il carisma apostolico e la spiritualità del Regnum Christi”: e che cosa ci viene in mente quando sentiamo queste cose? La realtà che è risuonata questa mattina in mezzo a noi: pensiamo alla Legione di Cristo, al Regnum Christi. Ma questo Regnum Christi si è rivelato una realtà molto variegata, abbiamo un numero molto elevato di persone che ne fanno parte: sono persone di diversa appartenenza o di un diverso grado di appartenenza, ma tutti si ritrovano in esso; abbiamo le persone consacrate: il ramo maschile e il ramo femminile. E tutte queste realtà, io le ho imparate a conoscere da un mandato pontificio che ho ricevuto poco più di tre anni fa, nel 2009.
E il primo incontro l’ho avuto con la Legione di Cristo. Perché? Perché così è avvenuto storicamente. Difatti i Legionari sono stati in primo piano anche nella Chiesa: sappiamo come i problemi sono stati suscitati soprattutto dai Legionari (risata); dei Legionari si è interessata la Chiesa, che ha preso 5 vescovi per mandarli in giro per il mondo (risata) a vedere cosa succedeva… in mezzo a noi ne abbiamo uno, Sua Eccellenza Mons. Blázquez, che però ha poi continuato il suo compito – il Papa glielo ha affidato – anche per la visita ai consacrati e alle consacrate.
Non c’è stata – ecco una lacuna – una vera visita a quella realtà più grande, al Regnum Christi. Invece con l’andare del tempo si è scoperto che la vera grande realtà è il RC e che la Legione appartiene al Regnum Christi, come le pure le persone consacrate; e quando contempliamo questa realtà nel suo insieme, è una realtà veramente preziosa, grande, che oscura tutte le altre dicerie, voci e anche peccati che possono esserci stati. Anche nel Regno di Dio purtroppo ci sono ancora i peccati; ma il Regno di Dio non si ferma a considerare il male che c’è, ma la grande ricchezza dell’amore di Dio che ci perdona, ci riaccoglie e ci rinnova e ci permette continuamente di riprendere il cammino. Ed è questa l’esperienza che come Delegato Pontificio, insieme ai miei collaboratori, ho potuto fare. Noi oggi ci ritroviamo di fronte a una ricchezza enorme: troviamo il Regnum Christi, movimento cattolico di apostolato che ha oltre 30.000 membri di primo e secondo grado, che consta di un istituto religioso clericale – La legione di Cristo –, ha 120 opere di evangelizzazione – università, scuole e opere di apostolato –; vi sono le persone consacrate, vi sono sacerdoti e religiosi, vi è tutto il popolo di Dio che vi appartiene ed è questa realtà che noi appunto ammiriamo e dove noi cogliamo la presenza di Dio e dove troviamo quei motivi di ricchezza, di splendore e di gioia che abbiamo sentito raccontare poco tempo fa.
Però dobbiamo anche fare i conti con la vita ed ecco la vita, che ci impone non di inventare cose nuove, non sopprimerne, tantomeno, di cose belle; ma organizzarle un po’ meglio, verificare, perché forse in qualche punto non siamo stati, nel cammino, bene illuminati e abbiamo bisogno di riordinare. Questa realtà così unitaria, così – direi – compatta, si è dovuto un po’ scompaginarla proprio per ubbidire al mandato pontificio di verificare il cosiddetto carisma e di accompagnare la revisione delle Costituzioni; da qui siamo partiti noi. Ma accompagnando il cammino di revisione delle costituzioni ci siamo accorti, ecco, della realtà Regnum Christi, delle persone consacrate e di tutti coloro che sono iscritti o simpatizzanti di questo stesso movimento. E dopo aver scompaginato un po’ le cose abbiamo dovuto tentare di ricompattarle, di dare nuova unità; ed è questo il cammino che abbiamo percorso.
Ma già dall’inizio ci siamo accorti di una cosa molto bella: che non esistono realtà diversificate, ma esiste una realtà unitaria che ha alla base, ecco un carisma comune, Regnum Christi. Ed è questo il punto da cui siamo partiti, quasi una sorpresa: ci siamo accorti che Legione di Cristo, persone consacrate, ramo maschile e femminile, gli altri simpatizzati e appartenenti al Regnum Christi stanno operando spinti da una comune ispirazione, che è quella del Regno di Cristo che deve essere instaurato nel mondo. La grande scoperta, possiamo dire, di una realtà che c’era e che abbiamo voluto approfondire e che stiamo studiando, perché essa risplenda sempre più ordinata e compaginata all’interno della Chiesa.
C’è stato un giorno in cui i rappresentati dei diversi gruppi, mentre cercavamo questo carisma, hanno parlato un po’ liberamente. È stata una giornata splendida, ognuno ha dato la testimonianza di se stesso e abbiamo visto che le cose ci sono: non solo negli scritti, non solo negli incontri che si fanno, ma sono nel cuore di tutti gli appartenenti. Man mano che ognuno diceva la propria esperienza ci si accorgeva che l’esperienza dell’uno – pure personalissima – era anche l’esperienza comune di tutti gli altri. E allora siamo andati alla ricerca di trovare questa unità profonda e abbiamo redatto un testo che abbiamo così intitolato: “Elementi essenziali del carisma del Regnum Christi”. E all’interno di questa unità abbiamo identificato poi i diversi soggetti, perché se c’è un Regno di Cristo, una spiritualità, un carisma comune a tanti, è anche vero che questo carisma è vissuto in maniera diversa. All’interno di questo carisma abbiamo trovato che ci sono i sacerdoti religiosi, ci sono le persone che vivono associativamente i consigli evangelici, ci sono dei fedeli cristiani battezzati che vivono la loro dignità di battezzati testimoniando il mistero di Cristo che è presente in ogni cuore. Tutta la Chiesa, possiamo dire, è presente nel Regnum Christi. È questa Chiesa che si ritrova unita nel carisma di Regnum Christi; ma ognuno la vive secondo la propria identità di fedeli battezzati, di fedeli che trovano anche una vocazione nella professione dei consigli evangelici e poi addirittura nel sacerdozio e nella vita religiosa… e ognuno percorre il suo cammino, perché la varietà non nuoce all’unità, e l‘unità è ancora più bella quando è frutto di una varietà di doni che si armonizzano nel fine e nella vocazione comune.
(La seconda parte segue domani, mercoledì 29 maggio)