Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo è nella Repubblica Ceca nei giorni 22-25 maggio per una visita di quattro giorni per commemorare il 1150° anniversario dell’arrivo dei Santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia.
La celebrazione si concluderà presso Mikulčice nella regione della Moravia meridionale, domani, 25 maggio. La visita del Patriarca Ecumenico è significativa in quanto fu il suo predecessore, il Patriarca Fozio di Costantinopoli, ad inviare i due missionari nella Grande Moravia. La visita di Bartolomeo si svolgerà, anche se la Chiesa Ortodossa della Repubblica Ceca e della Slovacchia non ha ancora eletto un nuovo primate.
Va ricordato che, nell’aprile di quest’anno, Cristoforo, Metropolita della Repubblica Ceca e della Slovacchia e Arcivescovo di Praga della Chiesa Ortodossa, ha presentato le sue dimissioni al Santo Sinodo. Nella Dichiarazione Ufficiale si legge che “la Chiesa Ortodossa della Repubblica Ceca e della Repubblica Slovacca, a causa di qualche speculazione, si è trovata in una situazione molto difficile”.
Oggi la Chiesa Ortodossa della Repubblica Ceca e dellaSlovacchia sembra essere nettamente divisa, nella scelta di un nuovo capo.
Il portale di informazioni České Noviny ha sottolineato che la visita di Bartolomeo nella Repubblica Ceca è considerata come la più alta autorità della Chiesa Ortodossa. Sabato prossimo Bartolomeo sarà in adorazione a Mikulcic, in Hodonínsko, ha riferito il segretario ČTK (Ceca Agenzia News) dell’arcidiocesi di Praga, Pavel Milko.
Come ricorda České Noviny, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha visitato la Repubblica nel giugno 1998, quando ha incontrato l’ex presidente Vaclav Havel e a Sumperk ha consacrato la chiesa ortodossa, poi è andato a visitare la Slovacchia. Il Patriarca Bartolomeo ha visitato anche la Repubblica Ceca nel mese di ottobre 1999, quando ha partecipato a un Forum della Conferenza Internazionale 2000.
La Chiesa Ortodossa nella Repubblica Ceca dovrebbe scegliere il futuro arcivescovo di Praga. Quando sarà presa la nuova scelta non è ancora chiaro. L’Arcivescovo di Praga potrebbe essere Dandar Michail che serve la giurisdizione della Chiesa Ortodossa Russa in Germania, oppure Marek Marek Krupica, che è anche parroco a Lito. Il terzo candidato è un monaco slovacco Ján Kupec operante nella cosiddetta “Repubblica del monaco” del Santo Monte Athos in Grecia.
La gestione della Chiesa Ortodossa nella Repubblica Ceca è nelle mani di Simeon, arcivescovo di Brno-Olomouc. La Chiesa Ortodossa nella Repubblica Ceca ha 20.500 fedeli. Ma la Chiesa afferma di avere circa 100.000 credenti.
I santi Cirillo e Metodio, fratelli di Salonicco, vennero nella Grande Moravia nell’anno 863 su richiesta del secondo principe della Grande Moravia, Rostislav, poi proclamato santo. Affinché la loro missione di divulgazione del Cristianesimo avesse successo, celebravano le messe in lingua slava, per la quale Cirillo creò un apposito alfabeto. I due missionari ebbero così un’importanza sostanziale per lo sviluppo culturale di questa parte d’Europa.
Alla missione evangelizzatrice dei due fratelli, il beato Giovanni Paolo II ha dedicato l’enciclica Slavorum Apostoli (1985) nella quale ha sottolineato che “era anche l’inizio di più ampie divergenze (…) tra la cristianità orientale e quella occidentale, e i due santi missionari vi si trovarono personalmente coinvolti; ma seppero mantenere sempre un’ineccepibile ortodossia ed una coerente attenzione sia al deposito della tradizione che alle novità di vita proprie dei popoli evangelizzati” (SA 10).
Dopo la prima guerra mondiale, la Cecoslovacchia era a maggioranza cattolica. Subito dopo l’indipendenza, tuttavia, un certo numero di preti e di fedeli cattolici decisero di divenire ortodossi. Il capo di questo movimento, P. Matej Pavilk, fu ordinato vescovo nel 1921 da un vescovo ortodosso serbo a Belgrado, ed assunse il nome di Gorazd. Nel 1923 il Patriarcato di Costantinopoli concesse a questa chiesa lo stato di “acefalia” e mandò il metropolita Sabbazd a prendersi cura di quei fedeli.
Nel 1930 il patriarcato di Serbia mandò un suo vescovo in Transcarpazia, ma la maggior parte degli ortodossi cecoslovacchi rimasero sotto la giurisdizione del vescovo Gorazd. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1942, i Nazisti uccisero il vescovo Gorazd e i suoi stretti collaboratori.
Nel 1946 gli stessi ortodossi cecoslovacchi si misero sotto la giurisdizione del patriarca russo, Alessio I. Il 9 dicembre 1951 il Patriarcato di Mosca concesse lo stato di autocefalia alla chiesa ortodossa di Cecoslovacchia ma il Patriarcato di Costantinopoli non riconobbe l’autorità di Mosca in questo campo, e pubblicò un suo tomos di autocefalia, per il quale divenne chiesa l’8 settembre 1998.
La caduta del governo comunista, nel 1989, e la conseguente divisione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia, avvenuta il 1 gennaio 1993, ha richiesto una modifica della struttura di questa chiesa ortodossa.
Nel novembre 1992, il Santo Sinodo decise di dividere la chiesa in due metropolie, con due diocesi in ciascuno dei due paesi. Con questo accordo il metropolita Nicholas di Presov divenne il capo della Chiesa ortodossa in Slovacchia. Il Santo Sinodo unito continua però, come in precedenza, a incontrarsi periodicamente, sotto la presidenza del metropolita Dorotheos di Praga.