“Se si aprisse il suo cuore, si troverà scritta la parola “Caritas”Questa espressione che si legge nella biografia del venerabile Mons. Francesco Maria di Francia, sembra proprio adattarsi a Papa Francesco, il quale in tutti i suoi messaggi fa trasparire la carità della Chiesa, che accoglie gli ultimi e i poveri e paternamente se ne fa carico.
Il discorso di Pentecoste e della torre di Babele rivela l’ansia pastorale che pone al centro l’uomo e non i mattoni tanto preziosi per la costruzione della torre.
“Quando cadeva un mattone, era una tragedia nazionale e l’operaio colpevole era punito; era tanto prezioso un mattone che se cadeva era un dramma. Ma se cadeva un operaio, non succedeva niente, era un’altra cosa. Questo succede oggi: se gli investimenti nelle banche calano un po’… tragedia… come si fa? Ma, se muoiono di fame le persone, se non hanno da mangiare, se non hanno salute, non fa niente! Questa è la nostra crisi di oggi!”
Le parole del Papa sono state riportate da tutti i giornali e sembra chiaro a tre mesi dalla sua elezione al Soglio Pontificio che il Magistero di Papa Bergoglio si fonda sulla carità, unica via per uscire da una crisi che mette in pericolo l’uomo, “la carne di Cristo”.
Papa Francesco ha usato delle espressioni significative affermando che “La Caritas è la carezza della Chiesa al suo popolo, la carezza della Madre Chiesa ai suoi figli; la tenerezza, la vicinanza e poi ancora “La Caritas è l’amore nella Madre Chiesa, che si avvicina, accarezza, ama”.
Più che un sentimento la carità è un valore e ciascun cristiano è invitato a metterla in pratica. La “spiritualità” della Caritas, si fonda sulla tenerezza, “una categoria che “noi abbiamo escluso dalla Chiesa”, afferma il Papa, A volte, ha proseguito, “la nostra ‘serietà’ di fronte alla pastorale, ci porta a perdere questa categoria, che è la maternità della Chiesa! La Chiesa è fondamentalmente madre. E questa caratteristica della tenerezza è per me il nucleo al quale deve riferirsi la spiritualità della Caritas”.
Nell’incontro con il Comitato esecutivo di Caritas Internationalis, salutato come “l’istituzione dell’amore della Chiesa”, l’organismo vaticano che raccoglie e coordina le organizzazioni caritative della Chiesa nel mondo, riunito per l’assemblea annuale, sotto la presidenza del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, il Papa ha espresso grande gratitudine per il lavoro svolto dall’organismo vaticano, soprattutto in un momento in cui – ha detto – la crisi mette in pericolo l’uomo.
L’azione della Caritas rende viva e concreta la presenza della Chiesa nella comunità civile e sociale grazie ai tanti interventi che sono messi in atto dai centri diocesani, dalle parrocchie, dai volontari e operatori impegnati nei diversi servizi da veri “samaritani” e quanti collaborano per venire incontro ai bisogni degli ultimi si arricchiscono di una spiritualità che rende “mistica” la loro azione, rendendo il servizio immagine dell’amore che si fa dono, andando ben oltre la semplice “solidarietà” o l’altruismo. L’identità cattolica della Caritas la distingue dagli altri organismi umanitari di carattere sociale e nobilita di spiritualità un servizio civile da tutti apprezzato.
Ha destato stupore l’espressione del Papa, definito da alcuni “delirio pauperista” quando sostiene che per venire incontro ai bisogni dei poveri occorre arrivare anche a “vendere le chiese per dare da mangiare ai più poveri” e le sue parole le mutua ha da San Giovanni Crisostomo: “Ti preoccupi di adornare la Chiesa e non il corpo di Cristo che ha fame”.
La radicalità della vocazione cristiana come San Francesco che prese alla lettera il Vangelo, vendendo tutto e donandosi ai poveri trova in Papa Francesco la ricerca dell’applicazione pratica dell’amore cristiano che Gesù ci ha insegnato attraverso il Vangelo amando Dio e il prossimo in atteggiamento di servizio e di dono per gli altri.
“My life is a gift for others” “La mia via è un dono per gli altri” dovrebbe costituire un monito e un impegno personale e sociale del vero cristiano sempre e in tutti i contesti operativi di lavoro e di azione
Vivere la vita come un “dono” e non come “un tesoro da conservare” è il sentiero cristiano che mette in pratica l’esempio di Gesù: “Nessuno ha un amore più forte di questo: donare la propria vita”.
La vera crisi, ha detto inoltre il Papa, non è né economica, né culturale, né di fede, ma è quella che mette “in pericolo l’uomo, la persona umana”, e di conseguenza mette “in pericolo la carne di Cristo”.
Il pressante richiamo di Papa Francesco con il suo intercalare in maniera diretta e comunicativa “Attenzione, eh!” rivela una ferma decisione di dare una svolta epocale alla Chiesa “servizio” alimentata dal Vangelo, che dovrebbe sostituire e predominare su “la Chiesa apparato”.
L’esempio dei Santi e tra questi Madre Teresa di Calcutta, e Don Bosco, salutato come un “fuoriclasse’ della carità”, per il suo impegno educativo, racconta e testimonia che la carità non è una parola semplice, ma è una virtù che edifica e trasforma, è un ideale, una meta da conseguire, una montagna da scalare.