Pubblichiamo di seguito l’intervento della Delegazione della Santa Sede, nella persona dell’Arcivescovo Zygmunt Zimowski, alla 66° Assemblea Mondiale della Salute a Ginevra, in Svizzera, che, avviata lunedì 20, si concluderà venerdì 28 maggio 2013.
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Signor Presidente,
ho l’onore di trasmetterLe i saluti e le benedizioni del Santo Padre, il Papa Francesco, che formula auspici affinché le delibere di questa augusta assemblea siano proficue.
1. È stato giustamente rimarcato come la salute contribuisca al raggiungimento dello sviluppo, dal quale trae beneficio. La mia delegazione accoglie positivamente la determinazione di dare priorità alla salute nella prossima formulazione degli obiettivi di sviluppo globale. Il compito che ci attende è quello di descrivere gli obiettivi per la salute in modo appropriato e convincente. A tale proposito, la Santa Sede è fermamente convinta che l’impostazione di una copertura universale come obiettivo di una politica per la salute e lo sviluppo (A66/24), è il modo più sicuro per venire incontro ad un’ampia serie di problemi legati alla salute, che comprende la salvaguardia dei risultati raggiunti finora e la partecipazione ad un più vasto progetto in campo sanitario.
Inoltre, pur riconoscendo gli stretti legami esistenti tra salute e sviluppo, la nostra delegazione vuole sottolineare l’esigenza di uno sviluppo integrale e non la semplice crescita economica. Salute e sviluppo devono essere integrali per poter rispondere appieno ai bisogni di ogni essere umano. “Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera” [1]. La connotazione essenziale di uno sviluppo “autentico” è che esso deve essere “integrale”, in quanto deve promuovere il bene di ogni persona nella sua totalità, cioè in ogni sua dimensione [2]. Pertanto, la cura e l’assistenza in campo sanitario, così come lo sviluppo, devono essere orientati allo stato spirituale della persona, oltre che ai fattori fisici, emotivi, economici e sociali che influiscono sul suo benessere.
2. In secondo luogo, Signor Presidente, guardando a quanto viene fatto per un miglioramento dello stato di salute lungo il corso della vita, constatiamo come si stiano facendo sforzi per salvare milioni di donne e bambini che continuano a morire ogni anno per condizioni che si potrebbero facilmente prevenire con le strutture mediche esistenti. La Risoluzione EB132.R4, tra le altre, esorta gli Stati membri a migliorare la qualità, la fornitura e l’uso di 13 “prodotti salvavita”. La Santa Sede condivide appieno l’obiettivo di ridurre ulteriormente la perdita di vite umane e quello della prevenzione delle malattie, attraverso un maggiore accesso a interventi economici che siano rispettosi della vita e della dignità delle madri e dei bambini, in tutte le fasi della vita, dal concepimento alla morte naturale. A questo proposito, la delegazione della Santa Sede desidera esprimere le proprie preoccupazioni riguardo il Rapporto del Segretariato e la Risoluzione proposta dal Comitato Esecutivo, di promuovere l’attuazione delle raccomandazioni della Commissione sui prodotti salvavita per le donne e i bambini. Mentre, infatti, alcune di queste raccomandazioni sono veramente dei salvavita, quella della “contraccezione d’emergenza” difficilmente potrebbe essere considerata tale, in quanto è ben noto che, quando il concepimento è già avvenuto, alcune sostanze utilizzate nella “contraccezione d’emergenza” producono un effetto abortivo. Per la mia delegazione, è del tutto inaccettabile fare riferimento a un prodotto medico che costituisce un attacco diretto alla vita del bambino in utero come ad un “prodotto salvavita” e, peggio ancora, incoraggiare “un maggiore uso di tali sostanze in tutte le parti del mondo”.
3. Terzo, Signor Presidente, visto il considerevole impatto delle malattie non trasmissibili sulla morbilità e sulla mortalità in ogni parte del mondo, la delegazione della Santa Sede accoglie favorevolmente la proposta di un Piano d’Azione Globale per il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020 (A66/9). Inoltre, ci colpisce favorevolmente il fatto che il piano riconosca il ruolo fondamentale della società civile, comprese le organizzazioni confessionali, nella mobilitazione e nel coinvolgimento delle famiglie e della comunità per la prevenzione e la cura di tali malattie, prima che possano portare a patologie debilitanti o a morte prematura. La nostra delegazione è consapevole che le organizzazioni e le istituzioni a matrice cattolica, in tutto il mondo, si sono già impegnate ad intraprendere tali azioni a livello globale, regionale e locale.
Riguardo la Risoluzione WHA65.3 sul rafforzamento delle politiche mirate alle malattie non trasmissibili per la promozione dell’invecchiamento attivo, la Santa Sede desidera partecipare ad esplorare i vari aspetti della prevenzione e del controllo delle malattie non trasmissibili in età avanzata. Sono già migliaia nel mondo le istituzioni confessionali che offrono servizi di assistenza agli anziani, e che sono in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Il nostro umile contributo a questa azione verrà anche dalla Conferenza Internazionale che si terrà in Vaticano dal 21 al 23 novembre 2013 e che verterà sul tema:“ La Chiesa al servizio della persona malata anziana: la cura delle persone affette da patologie neuro-degenerative”.</p>
4. Per concludere, Signor Presidente, la nostra delegazione vuole dare il proprio sostegno al Progetto del piano d’azione per la prevenzione della disabilità visiva 2014-2019 (A66/11) e alla relativa risoluzione EB132.R1 per l’approvazione del piano d’azione per la “salute universale degli occhi”.
Grazie, Signor Presidente.
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NOTE
[1] Paolo VI, Populorum progressio, n.14.
[2] Cfr. Benedetto XVI, Caritas in veritate, nn.11, 18.