Crescono le discriminazioni contro i cristiani in Europa

Il sociologo Massimo Introvigne afferma che oggi in Europa esistono 41 leggi suscettibili di influire negativamente sulla libertà religiosa dei cristiani in 15 Paesi

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Crescono le discriminazioni legali e amministrative contro i cristiani in Europa. Lo afferma una nota del sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa istituito dal Ministero degli Esteri, che interviene in occasione della conclusione a Tirana della conferenza dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in materia di non discriminazione, e della presentazione oggi a Vienna del rapporto dell’Osservatorio dell’Intolleranza e discriminazione contro i cristiani, con cui l’Osservatorio italiano ha collaborato, sulle discriminazioni legali contro i cristiani in Europa.

«Abbiamo contato in Europa 41 leggi suscettibili di influire negativamente sulla libertà religiosa dei cristiani in 15 Paesi, tra cui non c’è fortunatamente l’Italia. Si segnalano anche nei tribunali europei nel corso del 2012 169 casi di sentenze che abbiamo giudicato pericolose per la libertà dei cristiani».

«Le aree più pericolose – afferma Introvigne – sono quelle dei limiti all’obiezione di coscienza di cristiani che non vogliono collaborare all’aborto, alla vendita di pillole abortive o alla celebrazione di matrimoni omosessuali; alla libertà di predicazione attraverso un uso improprio delle leggi contro il cosiddetto “discorso di odio”; alla libertà della scuola confessionale e alla limitazione della libertà di educazione dei genitori; alle limitazioni nell’uso di simboli religiosi».

Inoltre – prosegue il sociologo – il 74% dei cristiani europei pensa di essere più discriminato rispetto alle persone di altre fedi o agli atei, il 71% pensa che i media in genere non rispettino i cristiani, e il 61% ritiene che i cristiani siano discriminati sui luoghi di lavoro». «Certo – conclude Introvigne – sarebbe sbagliato mettere sullo stesso piano la violenza omicida contro i cristiani in alcuni Paesi dell’Africa e dell’Asia e le discriminazioni legali e amministrative in Europa. Ma in materia di libertà religiosa vige la logica del piano inclinato. Dove la discriminazione diventa normale il passaggio alla violenza non è mai lontano».

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ZENIT Staff

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