A proposito del dialogo tra Gesù e Pilato, in Giovanni leggiamo: Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù rispose: “Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?”. La risposta di Gesù è chiara. Il governatore è Pilato, non altri! È lui che ha la responsabilità di verificare da dove arrivi quella notizia e quale affidabilità ha in sé. In questo caso si tratta apertamente di una informazione manipolata dagli scribi e dai farisei che, a loro volta, temono la verità del Signore, avendo manipolato la religione del Tempio di Gerusalemme.
Cristo che predica il culto dell’uomo nelle sue afflizioni e gioie quotidiane, deve morire! Ecco cosa risponde il Messia al procuratore di Roma, che vuole sapere come sia fatto il suo regno: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù… Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Pilato non sceglie la verità, la sua misura è terrena e sta dunque nell’equilibrio politico del tempo che, a tutti i costi, deve garantire. Difende così il potere che detiene e alla fine, ascolta la voce del popolo, manipolata dai farisei, che chiedono la liberazione di Barabba. È al grido “Crocifiggilo” che si deturpa, ancora di più, il senso delle informazioni “modificate” su Gesù, consegnate dal sinedrio a Pilato che, alla fine, le accoglie.
Quando, infatti, l’uomo della legge si tira indietro per dar posto all’uomo della politica, la giustizia è già gravemente compromessa. È quello che succede a Pilato. La nostra società è nella manipolazione più grande. In ogni campo, che sia della politica, della religione, della magistratura, della scuola, della finanza, dell’informazione, della vita privata, si incarna il germe pericoloso della distorsione dei fatti, per raggiungere obiettivi mancati o provocare rovine altrui. Un vero massacro della Parola del Signore, un attacco violento all’amore e alla misericordia che insegna, da secoli, il Vangelo.
La manipolazione è frutto della malvagità dell’uomo. È violenta e può colpire chiunque, anche con una sola frase. Il diavolo ne è il principe sovrano, anche se il mondo, a parole, dice di aver scelto Dio.
Noi conviviamo in ogni istante con questo aspetto malefico della dimensione umana. Quante volte raccontando un fatto, da persona a persona, si dà vita ad una nuova infondata analisi, fino al punto da rappresentare una realtà distorta. La tentazione odierna passa dalla manipolazione della quotidianità. Ne è esempio costante un qualsivoglia messaggio promozionale, che dà origine a desideri e a comportamenti, lontani dal proprio stile di vita. Nel frattempo nascono bisogni e necessità che possono cambiare l’equilibrio di una persona.
Manipolare poi la coscienza di una comunità può portare a stravolgere la storia, in attesa di un qualcosa che, in concreto, non sarà mai possibile realizzare. La stessa cosa accade quando il raggio del falso condizionamento, puntando verso i profili istituzionali più sensibili, mette in pericolo le stesse Istituzioni democratiche, attraverso meccanismi perversi e sotto traccia.
La storia è piena di grovigli legati al potere fine a se stesso, che utilizzano, per poi affossarle, le speranze e le attese della gente. La manipolazione uccide la verità e configura una malattia in espansione, di cui nessuno è immune. Ne viene fatto oggetto dai sapienti del Tempio, persino Gesù! Non possiamo non subirne anche noi i suoi effetti.
Ogni vero uomo, comunque, risponderà ad un qualsiasi manipolatore, servendosi dalla giustizia umana, senza l’idea della vendetta e l’utilizzo delle stesse “armi”. Nella sofferenza, che si prova per la cattiveria ricevuta, c’è tutto l’arcano mistero della nostra vita e non la nostra sconfitta. L’antidoto vero, da sempre, sta nell’invocare, con fede viva, la protezione di Dio, vivendo nella Parola del vangelo. Così risorge la verità!
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