Affrontando i giganti

Un film in cui vince la fede

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Grand Taylor, il coach di una squadra di football di una high school cristiana, ha molti problemi da affrontare: la sua squadra perde da sei anni, i genitori dei ragazzi stanno pensando di rimpiazzarlo. 

Anche la sua vita privata, nonostante l’affetto che le manifesta la moglie, mostra numerose crepe: da anni la coppia non riesce ad avere figli, i soldi mancano per comperare un’auto nuova e la casa necessita di urgenti riparazioni. 

Grand decide di dare una svolta alla sua vita: si affida totalmente al Signore e si impegna ad offrire tutto il lavoro che cercherà di svolgere nel migliore dei modi a Sua maggior gloria… 

Sono ormai molte le opere che abbiamo presentato su queste pagine di Alex e Stephen Kendrick, i due pastori della chiesa battista di Sherwood in Albany, Georgia, che con passione realizzano film con contenuti cristiani: FlywheelFireproofCourageous, ma mancava all’appello quello che è stato in U.S.A. il loro maggior successo di botteghino: Affrontando i giganti, che costato 100.000 $, ne ha guadagnati un milione. 

Il film è stato realizzato, secondo le tradizioni della Sherwood, con la partecipazione di volontari della chiesa battista ma in modo assolutamente professionale ed ora è disponibile in DVD con audio in italiano. 

Alla sua uscita negli Stati Uniti nel 2006 è stato anche oggetto di una controversia che attirò l’attenzione dei principali giornali di settore (LA Times, NY Times, Fox News,..): il film ricevette all’uscita la qualifica PG (Parent Guided) dalla MPAA, l’associazione che ha la responsabilità di stabilire qual’è il pubblico adatto. 

La motivazione di tale qualfica (il film non presenta né immagini né dialoghi disdicevoli), sarebbe stata motivata dal fatto che il film è a favore della fede cristiana con un atteggiamento di chiaro proselitismo e per tale circostanza i minori vanno accompagnati da un adulto. 

La controversia è stata risolta diplomaticamente modificando la motivazione: è necessario che il minore sia accompagnato da un adulto perché il film presenta il tema di una coppia che ha problemi di infertilità. 

Il film è la storia di una conversione e da questo punto di vista la sua dinamica è molto simile a quella già presente in Flywheel: Grant è un uomo insoddisfatto e sfiduciato del proprio lavoro (in Flywheel Jay era un venditore di auto usate che cercava di guadagnare celando lo stato reale delle vetture; in quest’ultimo Grant è il coach della squadra di basket di un liceo che non trova l’entusiasmo e le energie per portare la sua squadra alla vittoria) ma entrambi hanno una moglie affettuosa che riesce a sostenerli in momenti così difficili. 

Poi la conversione, che avviene dopo la lettura attenta di alcuni passi della Bibbia: Grant decide di dedicare a  Dio la sua squadra (Jay aveva offerto a Dio la sua concessionaria).  

Invita i ragazzi della squadra a giocare per dare onore a Dio e a lodarlo sia quando vinceranno che quando perderanno ma intanto il loro compito sarà di dare il massimo perché ora lavorano per Dio e “Il Signore fa mandare la pioggia ai campi che sono stati arati”. Il football non è che uno dei mezzi con il quale possono onorare Dio, assieme allo studio e alla famiglia. 

Questo film, molto più degli altri citati di Alex e Stephen Kendrick, mostra una impostazione della fede tipica di una chiesa riformata. Il rapporto fra il fedele e Dio è diretto, al più mediato da qualche passo della Bibbia: non c’è necessità di ottenere la grazia divina attraverso i sacramenti né avere il conforto del colloquio con un sacerdote. 

Maggiore sconcerto comporta il concetto espresso di retribuzione divina, già chiara in Flywheel ma non così manifesta come in questo film: appena il coach e tutta la squadra si impegnano a offrire i loro sforzi al Signore,  riescono  a vincere il campionato e come se non bastasse, la moglie di Grant resta incinta, dopo che da sei anni non riuscivano ad avere un figlio.

Una visione così ottimistica sulla pronta risposta della Provvidenza Divina ha, a nostro avviso, alcuni svantaggi. Anche se a parole Grant sottolinea che tutto deve essere fatto per la gloria del Signore, questa retribuzione così terrena e così immediata dà la sensazione di un do ut des che si richiude sulle realtà mondane e  sembra scomparire qualsiasi visione soprannaturale e ultramondana del rapporto con Dio. 

La visione di uno dei padri dei ragazzi della squadra che passa lungo il corridoio degli spogliatoi per benedire i loro armadietti prima della partita induce quasi un senso di superstizione e viene spontaneo domandarsi: se nella squadra avversaria ci fossero stati dei ragazzi di fede cristiana come loro, a chi il Signore avrebbe concesso la sua preferenza? 

Resta quindi non “puro” l’obiettivo di un lavoro ben fatto per il solo scopo di offrirlo a Dio, indipendentemente dal fatto che la retribuzione divina avvenga in questo o nell’altro mondo.

Non da ultimo occorre notare una certa semplificazione del tema della fecondazione artificiale: Grant mostra di non aver nessuna remora al riguardo, ma la esclude solo per  motivi economici. 

Restano confermate le doti professionali di Alex Kendrick, sia come attore che come regista: le riprese delle partite di football mostrano tutta la tensione che ci si può aspettare da simili eventi. 

Titolo Originale: Facing The Giants
Paese: USA
Anno: 2006
Regia: Alex Kendrick
Sceneggiatura: Alex Kendrick Stephen Kendrick
Produzione: Destination Films, Samuel Goldwin Films, Provident Films, Carmel Entertainment, Sherwood Pictures
Durata: 111
Interpreti: Alex Kendrick, Shannen Fields, Tracy Goode, James Blackwell 

Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it

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Franco Olearo

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