Si inaugura martedì 21 maggio, presso l’Aula Magna “De benedictis” del Policlinico di Bari, la mostra su Jerome Lejeune, “Cos’è l’uomo perché te ne ricordi?”. 

Parteciperanno: il prof. Domenico Flagiello, docente di Biologia dell’Università di Parigi VII; il prof. Pierluigi Strippoli, docente di Biologia Applicata dell’Università di Bologna, ricercatore sulla Sindrome di Down; la dott.ssa Rosa Anna Vacca dell’Istituto di Biomembrane e Bioenergetica del CNR di Bari.

In occasione dell’Anno della Fede, gli studenti universitari di Biologia e Medicina di Bari presenteranno la mostra, “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi?”, sulla vita di Jerome Lejeune, già esposta nell’ultima edizione del meeting di Rimini.

La mostra mette a tema l’uomo e il suo destino, proponendo un’indagine sulla “natura umana”, a partire dalla testimonianza di Jérome Lejeune, seguendo gli sviluppi della genetica clinica e attraverso un confronto con le più recenti acquisizioni della biologia evoluzionista sul determinismo genetico.

Lejeune è il medico che ha dimostrato il nesso tra la Sindrome di Down e Trisomia 21. Egli è diventato ricercatore per necessità: la sua ricerca scientifica è mossa dal desiderio di conoscere per poter curare, e curare significa prendersi cura di ogni persona, di ogni singolo malato. Il suo impegno per la vita non nasce da riflessioni teoriche, morali, filosofiche o solo astrattamente scientifiche, bensì nasce accanto al malato. Coloro che l’hanno conosciuto, o incontrato solo per un istante, non possono dimenticarlo. La sua è stata un’esperienza umana e professionale fondata su una precisa visione dell’ uomo e della realtà, che ha alimentato anche le sue decise prese di posizione pubbliche in favore della vita: visione sintetizzabile nell’idea che “ogni uomo è unico e insostituibile e come tale va guardato.

Dopo i vari progressi nella genetica, come l’intero sequenziamento del DNA, ci si domanda se queste conoscenze hanno come scopo la cura delle malattie genetiche, o se, come affermava Léjeune, sono proiettate verso nuove forme di eugenetica.

Viene sottoposta a critica l’idea, peraltro molto diffusa, che ci sia un “gene per” ogni caratteristica umana; è l’idea che l’uomo sia la somma di tanti “geni per”. La moderna biologia evolutiva suggerisce però che il corredo genetico più che un “programma esecutivo” è un insieme di “strumenti” che l’organismo biologico usa, insieme a molte altre fonti di informazione, per costruire la sua vita. Quindi risulta difficile pensare ai viventi, e soprattutto all’uomo, come ad esseri totalmente determinati e dipendenti dai geni. Riaffiora quell’ immagine, cara a Léjeune, dell’unicità irriducibile dell’uomo e della contingenza di ogni vivente: “potevamo non esserci, invece ci siamo e questo sguardo sul reale non può non essere una continua e inesauribile fonte di sorpresa e di domanda”.

L'esposizione della mostra sarà preceduta, nel giorno 21 Maggio alle ore 17 presso l’Aula Magna “De benedictis” del Policlinico di Bari, da un’ inaugurazione alla quale parteciperanno professori che indirettamente hanno incontrato Jerome Lejeune:

il prof. Domenico Flagiello, docente di Biologia dell’Università di Parigi VII, che in veste di curatore della mostra ha incontrato i ragazzi durante il Meeting di Rimini, avvicinandoli alla vita, all'umanità e alla tenacia di Jerome Lejeune;

il prof. Pierluigi Strippoli, docente di Biologia Applicata dell’Università di Bologna, ricercatore sulla Sindrome di Down che avrebbe abbandonato la ricerca relativa alla Sindrome di Down se non avesse poi incontrato, dietro invito di un'amica, la famiglia Lejeune che proponeva di ritornare in clinica perché la ricerca di una cura parte accanto al malato da curare;

la dott.ssa Rosa Anna Vacca dell’Istituto di Biomembrane e Bioenergetica del CNR di Bari, che avendo accolto con amore suo figlio affetto dalla Sindrome di Down ha iniziato a cercare una possibile cura, osservando in prima persona che nei pazienti aumenta lo stress ossidativo ed è fortemente compromessa la funzionalità mitocondriale, determinanti importanti del deficit cognitivo associato a questa sindrome; ma ha scoperto che una molecola di origine naturale estratta dal tè verde, può migliorare tale deficit.

La mostra sarà esposta:

• dal 22 al 25 Maggio presso la Zona Antistante l’Aula Magna “De Benedictis” del Policlinico di Bari, dalle 14 alle 20 

• dal 27 al 30 Maggio presso l’ Aula D del Palazzo di Biologia dell’Università di Bari, dalle 8 alle 9; dalle 13,30 alle 15; dalle 17 alle 20