Il lavoro: un'occasione di crescita

Un convegno all’Università Europea di Roma ha spiegato come affrontare con spirito positivo alcune difficoltà, cercando di dare valore alla sofferenza vissuta

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Venerdì 17 maggio 2013, all’Università Europea di Roma, si è tenuto un convegno sul tema “La sofferenza nel mondo del lavoro: la sua funzione educativa per la crescita della consapevolezza delle persone”, nell’ambito di Psicologia. L’incontro fa parte della Settimana delle Scienze Educative dell’Ufficio Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma.

Nella sua introduzione il Prof. Paolo Musso, dell’Università Europea di Roma, ha spiegato che “la sofferenza è un elemento presente nella vita di una persona e si può distinguere dal dolore, in quanto il dolore può essere legato ad una sensazione fisica di malessere mentre la sofferenza si collega maggiormente ad una condizione mentale”.

“Tendenzialmente la sofferenza non è ciò che provoca il dolore – ha evidenziato il Prof. Musso – ma la reazione alle nostre aspettative frustrate o disattese. Così quando si entra nel mondo del lavoro e si percepisce la divergenza tra le aspettative e la realtà quotidiana, viene fuori la sofferenza.

Il lavoro non è in sé una punizione ma una grande occasione di crescita e di benessere. E’ la modalità, la mancanza di consapevolezza che sviluppa le sensazioni divergenti e la relativa sofferenza.

Come ha espresso più volte Papa Benedetto XVI “la sofferenze è una parte essenziale per la maturazione umana”.

Basta dunque trasformare i vincoli in opportunità e l’esperienza lavorativa può assumere una nuova visione: se si cambia l’atteggiamento nei confronti dell’impegno lavorativo lo si può affrontare in modo positivo e trovare quella soddisfazione che è alla base del benessere”.

Infine il Prof. Paolo Musso ha affermato che “lo sviluppo del processo di consapevolezza, il potenziamento delle competenze relazionali e decisionali, la capacità di adattamento e di accettazione, con il rinforzo delle proprie energie per fronteggiare gli eventi e della propria resilienza a fronte della drammaticità delle situazioni, possono essere la risposta a un percorso faticoso e pesante e possono dare valore alla sofferenza vissuta”.

Fra i vari interventi, il Prof. Gabriele Giorgi, dell’Università Europea di Roma, ha parlato della violenza psicologica sul posto di lavoro, ricordando che “il costrutto di violenza psicologica, ormai presente nella letteratura scientifica da quasi 25 anni, appare oggi più consolidato, grazie allo svolgimento di studi metanalitici, studi longitudinali e ad una sua recente definizione condivisa dai più autorevoli studiosi”.

E’ ampiamente riconosciuto dalla letteratura di riferimento che chi è vittima di violenza psicologica riporti meno soddisfazione lavorativa e benessere psicologico, ed una serie di sintomi di stress quali bassa autostima, problemi legati al sonno, ansia, difficoltà di concentrazione, fatica cronica, rabbia, depressione ed altri sintomi psicosomatici.

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ZENIT Staff

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