Mercoledì 15 maggio si inaugura alla Reggia di Venaria la mostra “Il Cavalier calabrese, Mattia Preti tra Caravaggio e Luca Giordano”.
In contemporanea e per celebrare il quinto centenario della nascita, Rubbettino propone il volume di Vittorio Sgarbi Mattia Preti.
Il libro sarà anche al centro di una conferenza pubblica dal titolo “Vittorio Sgarbi racconta Mattia Preti, un grande caravaggesco” giovedì 16 maggio, alle ore 15.00, nella Sala Rossa del Salone del Libro di Torino.
L’evento è organizzato dalla casa editrice Rubbettino e dalla Regione Calabria, ospite al Salone di quest’anno.
Il libro
Mattia Preti, detto il Cavalier calabrese, nasce a Taverna, in Calabria, nel 1613 e muore a La Valletta, Malta, nel 1699. Nella sua vasta produzione pittorica, come ricorda Vittorio Sgarbi, «riparte da Caravaggio nello stesso momento in cui la parabola caravaggesca declina e finisce la febbre che aveva contagiato tutta l’Europa pittorica». Il caravaggismo di Mattia Preti, sostiene Sgarbi, «è sempre recitato, non è mai preso dalla realtà ma trasferito sulla scena teatrale con tutti gli effetti speciali richiesti, prediligendo ambientazioni notturne e luci strisciate che drammatizzano anche uno sguardo».
Dalla Calabria a Roma e poi Malta, passando per Napoli, la sua arte raccoglie molteplici apprezzamenti da parte di papi, Gran Maestri dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, principi, nobili famiglie e mercanti, particolarmente per «il suo virtuosismo che gli consente ogni acrobazia», come ricorda Sgarbi, nella sua «lunghissima avventura pittorica che si spegne e si consuma nello sguardo di un uomo che ha tradotto ogni emozione, ogni tormento, ogni entusiasmo, ogni dolore in immagini nelle quali si esprime il senso della vita». Il catalogo raccoglie tutti i capolavori dell’artista, la cui datazione è certa, insieme a opere non documentate ma sulle quali è unanime il riconoscimento della critica.