Giornata importante oggi per Milano, capitale del dialogo ecumenico nelle celebrazioni per il 1700° anniversario dall’Editto di Costantino. L’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola ha incontrato questa mattina il patriarca copto-ortodosso Tawadros II e ha accolto – per l’inizio della sua visita a Milano – il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.
Al termine di questi due importanti incontri il cardinale Scola ha mostrato il profondo significato delle due visite e il segno di speranza che rappresentano.
Per il cardinale Scola «le visite a Milano del patriarca copto ortodosso Tawadros e del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo documentano a tutti, a Milano e non solo, come l’ecumenismo che è nato 100 anni fa su spinta missionaria, sia una grande condizione di aiuto al formarsi di quella vita buona nella società plurale di cui spesso parliamo e la fatica del cui avvento è sotto gli occhi di tutti, come i recenti fatti di cronaca dimostrano. Mi riferisco in particolare al terribile eccidio accaduto a Milano nei giorni scorsi, dove hanno perso la vita in modo ingiustificabile ben tre nostri concittadini. Ad essi, ai loro cari e a tutta la città va la preghiera e la vicinanza dell’Arcivescovo e della Chiesa milanese».
Secondo Scola la presenza di Tawadros II e di Bartolomeo sono rispettivamente «una visita di comunione fraterna e di cortesia e – la seconda – una presenza programmata che si esprimerà in molteplici momenti di preghiera e di riflessione, ma unite da un elemento comune».
Tawadros II: “Chiedo una preghiera per l’Egitto. L’amore non sbaglia mai”
La giornata di oggi è cominciata alle ore 9 con la visita in Arcivescovado di Tawadros II, Patriarca della Chiesa copto-ortodossa.
Il cardinale Scola lo ha accolto dichiarando che «la Chiesa di Milano intende approfondire il legame di comunione che per la potenza dello Spirito si rinnova tra i fedeli della gloriosa Chiesa copta ortodossa e quelli della Chiesa ambrosiana. Viviamo – ha proseguito Scola – nella preghiera e nell’affetto di comunione le dolorosissime prove a cui la Chiesa copta è sottoposta in Egitto. Intendiamo custodire e far crescere nell’abbraccio cristiano la comunione fra noi. Lieti di poter condividere i vostri bisogni vorremmo, Santità, imparare di più dalla vostra esperienza di vita eremitica ed ascetica».
Tawadros II ha risposto con parole di amicizia e ringraziamento. «Davvero le relazioni tra la Chiesa cattolica e la nostra sono di lunga data – ha sottolineato Tawadros -. Oggi, Eminenza, il suo cuore e il suo abbraccio aperto, ci uniscono, anche per il servizio che Ella svolge per le nostre comunità qui a Milano. Chiediamo una preghiera sincera e calda per l’Egitto, per i cristiani che vivono in quel Paese e per tutte le Chiese», ha concluso Tawadros II.
Infine l’incontro privato tra Tawadros II e il cardinale Scola e la firma del Patriarca sul Libro d’Onore, con una frase a suggellare la visita: “Love never fails”, l’amore non sbaglia mai.
Bartolomeo: “L’editto di Milano punto di riferimento per l’umanità”
Alle 10.44, l’arrivo in Arcivescovado del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.
Ad accoglierlo il cardinale Scola: «La Vostra presenza tra noi costituisce l’evento culminante dell’anno costantiniano che ho aperto il 6 dicembre scorso con il mio intervento a Sant’Ambrogio su “L’editto di Milano: initium libertatis”. Nell’arco del 2013 abbiamo inteso mettere in luce, attraverso diverse iniziative religiose e culturali, l’importanza di quell’editto e i valori che oggi ci ripropone. Ma è soprattutto la fecondità della memoria sotto il profilo ecclesiale ed ecumenico che ci sta a cuore. E proprio da questo punto di vista l’incontro con Vostra Santità è quello più atteso e più significativo di questo centenario».
Il Patriarca Bartolomeo ha ricordato che a partire dalla firma a Milano dell’Editto «si sono realizzate per l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso spirituale dell’umanità. Sono state poste le basi per il riconoscimento dei fondamenti dei diritti umani; ed è stata stabilita per la prima volta sotto forma di legge, come principio, la libertà religiosa». Ha proseguito Bartolomeo: «La libertà per ognuno di credere in Dio o di rifiutarlo non è semplicemente un diritto umano, ma prima di tutto una smisurata condiscendenza di Dio, il Quale per amore indescrivibile rispetta così tanto la libertà dell’uomo fino a tollerarne perfino il rifiuto arrogante di questi».
«Per tanto in debito verso la storia dell’Europa, verso la storia di tutto il mondo, ci troviamo in questa storica città – ha detto il Patriarca – rispondendo al Vostro Invito, Eminentissimo fratello Cardinale Signor Scola e prendiamo parte ai festeggiamenti per l’anniversario di quella storica svolta, che rappresenta una tappa e un punto di riferimento, – lo ripetiamo -, nel cammino dell’umanità e nella vita della Chiesa».
Secondo Bartolomeo questo anniversario non è solo motivo di festeggiamenti ma principalmente una «responsabilità di noi guide spirituali, davanti all’umanità e al mondo; è l’annuncio o il ri-annuncio della verità, che la nostra fede è viva e non una macchinazione ideologica ed una teoria umana; non è un “cibo e bevanda consumati”, ma è vita».
Nel pomeriggio il patriarca Bartolomeo si è recato al monastero ecumenico di Bose per una visita privata.