Card. Scola: «Imparare a vivere nelle società plurali è il grande lavoro che ci attende»

E’ stata presentata la visita a Milano del patriarca ecumenico Bartolomeo

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«Dobbiamo imparare a vivere nelle società plurali, valorizzando il bene comune che deriva dallo stare insieme». Lo ha detto l’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, intervenendo dopo il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, il Ministro della Difesa Mario Mauro nel dialogo che si è svolto questa mattina nella sala conferenze della Curia Arcivescovile per la presentazione del programma della vista del Patriarca ecumenico Bartolomeo atteso a Milano il 15 e il 16 maggio.

«Il futuro di Milano è marcatamente segnato dal fenomeno dell’interculturalità e dell’interreligiosità. Un fenomeno che ci tocca oggi in maniera più acuta rispetto ad altre città europee che lo hanno affrontato già da tempo», ha spiegato il Cardinale Scola.

«La Chiesa – ha precisato l’Arcivescovo – affronta il tema dell’interreligiosità a partire dall’ecumenismo». Secondo il cardinale Scola è proprio la dimensione ecumenica «quella che ci permette di affermare la libertà religiosa» senza cedere nel fondamentalismo, fenomeno che per Scola «nasce e sfocia in terrorismo quando il potere ideologico come un parassita usa la religione distogliendola dal suo vero fine».

«Dal processo di meticciamento che è in atto – ha evidenziato l’Arcivescovo – non deve derivare un sincretismo inteso come una fusione tra tutte le religioni. Bisogna piuttosto riconoscere la libertà di ciascuno di professare la propria fede».

Secondo il Cardinale questa è la grande sfida che attende la società occidentale. «È la libertà religiosa che rende una società plurale, noi dobbiamo imparare a vivere in questa società plurale, valorizzando il bene comune che deriva dallo stare insieme. È un’impresa difficile e sarà molto faticoso trovare la strada per porsi nel rispetto di tutti all’interno di una società di questo tipo».

Riferendosi alla prossima visita a Milano del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo e esprimendo la propria gioia per il suo prossimo arrivo in città, l’Arcivescovo ha voluto sottolineare «il grande contributo che alla nuova Europa può venire dall’Ortodossia», rimarcando che «i soggetti laici commetterebbero un grave errore se non riconoscessero questo apporto».

Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli: “primus inter pares”

Bartolomeo I (Dimitrios Archontonis alla nascita, avvenuta il 29 febbraio 1940 nell’isola di Imbro in Turchia) è stato eletto il 22 ottobre 1991 dal Santo Sinodo Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico.

Il Patriarcato ha sede a Istanbul, l’antica Bisanzio, che Costantino nel 330 rifondò come “Nova Roma” e che prese il nome di Costantinopoli. Come sede episcopale Costantinopoli è stata elevata a Patriarcato dal Concilio di Efeso nel 431.

Dallo scisma del 1054, il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli è il centro visibile della Chiesa ortodossa e ha il primo posto di onore presso tutte le Chiese ortodosse locali.

Dopo il 1923 e la creazione del nuovo stato Turco, il patriarcato di Costantinopoli mantiene il suo carattere ecumenico e si dedica al compimento della sua missione cristiana ecumenica (cioè mondiale) senza essere legato a uno stato determinato.

Il patriarca ecumenico, come “primus inter pares”, è il punto di riferimento dell’unità ecclesiastica ed è il giudice delegato per ogni eventuale dissenso tra tutti i Primati e Vescovi Ortodossi.

Con i suoi diciassette secoli di storia, il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli è una delle più antiche istituzioni mondiali.

Programma

Martedì 14 maggio

Arrivo in Italia del patriarca Bartolomeo all’aeroporto di Malpensa dove verrà accolto dall’Arcivescovo di Milano il cardinale Angelo Scola insieme ad una delegazione della Chiesa ambrosiana e dai rappresentanti delle autorità civili.

Mercoledì 15 maggio

ore 11.00 preghiera ortodossain Santa Maria Podone (Milano, piazza Borromeo). Il patriarca Bartolomeo presiederà la celebrazione liturgica, alla quale parteciperà anche il cardinale Scola. Il Patriarca rivolgerà un suo intervento alla Comunità e ai presenti.

ore 17.30 nella sala delle Cariatidi a Palazzo Reale lectio magistralis a due voci: il patriarca Bartolomeo e l’Arcivescovo cardinale Scola dialogheranno a partire dal versetto del vangelo di Giovanni “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,32). Modererà il pastore battista Martin Ibarra. La riflessione sarà incentrata sul tema dellalibertà religiosa come luogo fondamentale sul quale si innestano tutti i diritti di ogni persona umana. E vuole mostrare come la fede cristiana guida nella comprensione di questo fondamento. È in virtù di questa scoperta che prende nuova luce anche l’Editto di Milano: il contenuto di bene che ha intuito, i limiti e le deformazioni che lo hanno reso “un inizio mancato”.

La lectio magistralis ha già suscitato un grande interesse. Le iscrizioni on line, aperte venerdì 3 maggio sui siti della Diocesi di Milano www.chiesadimilano.it e www.edittodimilano.it, hanno fatto rapidamente esaurire i 300 posti disponibili in sala.

Giovedì 16 maggio

alle ore 11.00, nella Basilica di Sant’Ambrogio, Bartolomeo e il cardinale Scola presiederanno insieme una celebrazione ecumenica,momento di contemplazione e di lode. La liturgia sarà animata dai canti del Coro bizantino del Conservatorio di Acharnes e dalla cappella musicale del Duomo di Milano, a sottolineare la bellezza della Chiesa,così come è nel disegno originario, pensata come luogo che riunisce tutti gli uomini toccati e sanati dall’amore di Dio. Un amore che supera il peccato delle divisioni. Al termine della celebrazione il cardinale Scola e il patriarca Bartolomeo scenderanno nella cripta per la venerazione delle spoglie di sant’Ambrogio e dei santi Gervaso e Protaso, venerazione che accomuna sia i cattolici che gli ortodossi. 

nel primo pomeriggio, partenza dell’aeroporto di Malpensa

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ZENIT Staff

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