Si è svolta, sabato 4 maggio, alle 19, presso la Cappella del S. Rosario in Largo S. Tommaso d’Aquino a Salerno, una conferenza promossa dall ’Associazione Culturale “Veritatis Splendor” sul tema: “Maria Maddalena nell’arte sacra”. Dopo una breve introduzione dell’architetto Paolo Calderaro, consigliere dell’associazione promotrice, sulla figura di Maria Maddalena, l’“apostola degli apostoli” guarita dalla cecità del peccato, è intervenuto il Prof. Rodolfo Papa, Docente di Storia delle teorie estetiche presso l’Università Urbaniana di Roma, nonché Presidente della “Accademia Urbana delle Arti” di Roma.
Prima di proporre un’ampia rassegna di opere artistiche prevalentemente pittoriche che ritraggono la Maddalena, egli ha sottolineato la fonte testuale che gli artisti non hanno certamente potuto trascurare: la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, dove l’etimologia del nome proposta evidenzia tanto il mare amaro di lacrime e il fatto che rimanga colpevole (dal latino: manens rea), quanto la luce della grazia che la illumina al punto da renderla a sua volta strumento di illuminazione per gli altri. Ecco perché se in un celebre bassorilievo di Antelami viene rappresentata con le mani al petto, il Lorenzetti la presenta come illuminata da Cristo e illuminatrice, perché cristofora, ossia portatrice di Cristo sulla veste.
Maria Maddalena viene rappresentata quasi sempre bionda, in quanto avere i capelli biondi era sinonimo di particolare bellezza estetica, ed è vestita di rosso, in quanto allegoria della sposa, cioè della Chiesa, in conformità a quanto si ritrova nei testi dei santi Girolamo, Agostino e Ambrogio. Con Botticelli, beato Angelio e Masaccio viene raffigurata come presenza amorevole ai piedi del Crocifisso, allegoria di una Chiesa penitente che onora il proprio Salvatore e riceve da Lui il sostegno necessario per il pellegrinaggio terreno.
In alcuni dipinti di Piero della Francesca viene rappresentata anche come mirofora, portatrice di un vasetto con gli unguenti profumati per la sepoltura del Redentore. Dalla metà del XVII secolo insieme a San Girolamo diviene invece un modello parenetico di virtù, di preghiera e di contemplazione. In Tiziano la Maddalena coperta solo dai propri capelli viene associata a Maria Egiziaca, divenendo icona della perfetta penitente.
In molti altri artisti la figura di Maria Maddalena si sovrappone anche a quella di Maria di Betania, sorella di Lazzaro o all’adultera che lava e asciuga i piedi di Gesù nella casa di Simone il Fariseo. Dopo la relazione del Prof. Papa, il Rev.mo Padre Prof. Arturo Ruiz Freites dell’Istituto del Verbo Incarnato, Docente presso il Centro di Alti Studi “San Bruno Vescovo di Segni”, ha evidenziato i contenuti dei diversi contributi del recente volume: “L’arte, la bellezza e il Magistero della Chiesa” (EDIVI – Edizioni Settecolori, Segni-Lamezia Terme, 2012), presentato nel corso della serata.
Padre Ruiz ha sottolineato la necessità di interpretare l’arte sacra alla luce della semantica del segno di S. Tommaso d’Aquino. L’arte sacra, cooperazione dell’ars humana all’ars divina, deve mirare infatti a comunicare ciò che si è contemplato attraverso il sensibile secondo il canone della bellezza, costituito da armonia, chiarezza e proporzione.