Iron Man 3

Un film ironico, goliardico, pieno di omaggi al cinema e a un genere in particolare: il film d’azione

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L’industriale miliardario Tony Stark, che nel tempo libero raddrizza torti inguainato nella corazza di Iron Man, si trova a fronteggiare un nuovo temibile nemico, un terrorista mediorientale che si diverte a seminare il panico nei quattro angoli del globo con attacchi esplosivi. Il pazzoide, che si fa chiamare “Il Mandarino”, ha nel mirino il Presidente degli Stati Uniti, ma anche gli amici più cari di Stark, la sua ragazza e la sua guardia del corpo, dovranno guardarsi le spalle…

Per risollevare le sorti di un personaggio rimasto a corto di argomenti già alla sua seconda performance (il deludentissimo Iron-Man 2, del 2010), bene hanno fatto i produttori della Marvel a reclutare come sceneggiatore e regista uno dei talenti più esplosivi del cinema action di qualche anno fa, quello Shane Black che – da sconosciuto – diventò ricco e famoso alla metà degli anni Ottanta vendendo per una cifra da capogiro la sceneggiatura di Arma letale. Non solo Black aveva contribuito, all’epoca, a ridisegnare le mappe di un genere cinematografico che per più di un decennio avrebbe furoreggiato a Hollywood (e che pure Black avrebbe continuato a coltivare, dopo Arma letale, scrivendo almeno altri due ottimi film d’azione: L’ultimo Boy Scout e Spy) ma, qualche anno dopo, aveva anche aiutato Robert Downey Jr. a risorgere dall’anonimato (in cui era precipitato dopo la nomination all’Oscar per Chaplin nel lontanissimo 1992), volendolo come protagonista per il suo esordio alla regia, l’action-comedy scacciapensieri Kiss Kiss Bang Bang (2005). Si può far risalire a quell’incontro tra l’attore e il cineasta, che immaginiamo abbia creato stima reciproca e alchimia, la genesi di questo Iron Man 3, un film di puro intrattenimento che si dimostra di gran lunga superiore non solo ai due episodi precedenti, ma anche ai “consanguinei” (i vari Hulk, Thor, Capitan America) e a quel centone superaccessoriato e sopravvalutato che è The Avengers.

Un film ironico, goliardico, da godere da cima a fondo (fino alla gag al termine dei titoli di coda, che attingono a una grafica anni Settanta), pieno di omaggi al cinema e a un genere in particolare – il film d’azione – di cui riesce allo stesso tempo a essere autoparodia e autocelebrazione. Soprattutto, una riflessione sul cinema come macchina spettacolare e creatrice d’immaginario. Non è un caso se, tra gli edifici che vengono fatti saltare in aria dal cattivo, non ci sono i soliti Empire State Building, Ponte di Brooklyn e Casa Bianca, ma il Chinese Theatre, uno dei cinema più famosi di Hollywood. Né è un caso che tutto il film ribalti continuamente le aspettative dello spettatore, giocando su capovolgimenti di fronte degni di un film di spionaggio e giocati tutti sul concetto di “maschera”, in cui quasi nessuno è chi dice di essere, e gli stessi terroristi non si rintanano nelle grotte dell’Afghanistan ma si godono il perverso spettacolo che hanno allestito dalla finestra di fronte.

Anche se sotto i popcorn c’è dell’altro, comunque, Iron-Man 3 non è (non potrebbe né vorrebbe esserlo) un capolavoro dalla ricchezza tematica o dal portato filosofico come il Cavaliere oscuro (2008). Senz’altro, però, è uno dei migliori film sui supereroi mai fatti, perché obbedisce a tutte le regole del genere, senza per questo prendersi troppo sul serio né giocare al ribasso. È quello che si chiede a un film di questo tipo: di essere spassoso, pieno di battute divertenti e di scene spettacolari, con sequenze d’azione mai viste (poche, ma realizzate davvero bene) ed effetti speciali di ottima qualità. Diciamo anche che non si tratta di un film “per tutti”. I più piccoli potrebbero spaventarsi per scene che attingono al repertorio dell’horror (i cattivi sono ben più inquietanti di quelli dei primi due Iron Man) e, nella descrizione di alcuni sordidi ambienti, ci sono più ammiccamenti di quanti ci si aspetterebbe in un film “per ragazzi”.

Insomma, sia pure nell’opposizione netta e schematica della lotta tra il bene e il male, il taglio è “adulto”, ma è un bene per un film che non ambisce a essere solo il campione d’incassi di una stagione ma spera – come gli auguriamo, perché se lo merita – di restare una pietra miliare del genere. Shane Black e il suo co-sceneggiatore riescono a portare il personaggio di Tony Stark e il suo alter-ego di metallo ad altezze e profondità finora ignorate. Il finale, di cui ovviamente non riveliamo nulla, dice qualcosa di molto importante sul valore da dare alla vita di coloro che amiamo, anche quando abbiamo la responsabilità di essere “eroi”. Per un campione d’infantilismo come Tony Stark, che non riesce a evitare le smargiassate autoreferenziali neanche nella corazza del cavaliere medievale, si tratta di compiere delle scelte non da poco, che aprono spiragli intriganti sul prosieguo della saga.

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Titolo Originale: IRON MAN 3
Paese: USA
Anno: 2013
Regia: Shane Black
Sceneggiatura: Drew Pearce, Shane Black
Produzione: MARVEL STUDIOS
Durata: 109
Interpreti: Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow, Don Cheadle, Guy Pearce

* Per ogni approfondimento http://www.familycinematv.it

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Raffaele Chiarulli

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