ROMA, mercoledì, 3 ottobre 2012 (ZENIT.org) - La prima gara internazionale di scacchi per i religiosi, si svolgerà a Roma il 5, 6 e 7 ottobre tra il Vaticano, la galleria Alberto Sordi ed il pontificio oratorio di San Paolo. Darà visibilità a un gioco con seimila anni di coagulazione simbolica che, tra i risultati positivi, figura la prevenzione del bullismo tra i giovani.

Lo ha spiegato a Zenit, lo psicologo clinico Giuseppe Sgro, esperto in psicologia dello sport, docente alla scuola dello sport del CONI e membro della Commissione medico scientifica della federazione scacchistica italiana.

Come nasce questa iniziativa?

Giuseppe Sgro: La Clericus chess international nasce da una proposta di don Stefano Vasallo, un prete genovese collaboratore del cardinal Bagnasco, che, alla fine di una mia conferenza su scacchi e intelligenza artificiale, mi fece la proposta di organizzare il primo campionato internazionale per religiosi e sacerdoti.

Cosa ne ha pensato quando le hanno proposto l'evento?

Giuseppe Sgro: Io rimasi un po’ sorpreso, ma, poiché l'evento era originale e si poteva costruirvi una conferenza attorno, accettai. Inoltre all’origine vi è un legame religioso con il gioco.

È il primo internazionale di scacchi per religiosi, ma ce n’è stato uno prima, vero?

Giuseppe Sgro: “Guardi, si sono lamentati perché lo abbiamo fatto solo a Milano, nel 2010”, mi ha detto don Stefano, quindi questo prossimo è a Roma. A differenza del nazionale di Milano che era aperto soltanto ai religiosi italiani questo è aperto ai religiosi di tutti i continenti.

Cosa possono significare gli scacchi non solo per i religiosi ma anche per i giovani in questa epoca di giochi elettronici?

Giuseppe Sgro: Venerdì mattina, dopo aver dato il via al torneo della Clericus Chess, a palazzo San Calisto, presenteremo un nuovo manuale didattico scientifico del titolo A scuola con i re, per educare e rieducare attraverso il gioco degli scacchi. Un manuale che ho potuto realizzare in quasi due anni di lavoro con la collaborazione di trenta esperti tra psicologi, neuropsichiatri di fama internazionale.

Quali sono i benefici concreti del gioco degli scacchi?

Giuseppe Sgro: Il libro dimostra come, il contesto scacchistico, quindi non solo il gioco a tavolino, favorisce la interdisciplinarietà tra le materie classiche. E serve per la formazione aziendale, per le attività per i portatori di handicap sia a livello motorio che cognitivo, non vedenti, non udenti, quindi fino all’apprendimento specifico. 

E come prevenzione?

Giuseppe Sgro: La scuola italiana non lo sa, ma si può fare prevenzione all’aggressività tra pari, ossia prevenire il bullismo a scuola tra i ragazzi, vale a dire crescita sana tra le nuove generazioni.

Come invogliare i giovani?

Giuseppe Sgro: Il gioco degli scacchi ha sei mila anni di coagulazione simbolica, è un gioco profondamente evocativo che, presentato ai ragazzi nella modalità adeguata, ossia appassionandoli ma non spingendoli subito direttamente al agonismo - che non è adatto alla tenera età - può garantire ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria di non avere aggressività nel futuro.

Ma questo è dimostrabile o è soltanto una ipotesi?

Giuseppe Sgro: Lo posso garantire perché abbiamo risultati clinici confermati dall’unità di neuropsichiatria infantile del Litorale Pontino organizzata dal dottore Roberto Minespoli. E stiamo lavorando per avere un riscontro a livello nazionale.</p>

E gli scacchi per i preti e i religiosi?

Giuseppe Sgro: C’è da sottolineare che i preti sono impegnatissimi nel sociale, quindi il  Centro Sportivo Italiano (CSI)  ha scelto di patrocinare la pubblicazione che ho realizzato, e proprio oggi ne parlavo con don Alessio Albertini, che è il nuovo consulente ecclesiastico del CSI, perché lui per primo avendo seguito le mie attività era rimasto colpito dalla possibilità di usare il contesto scacchistico per favorire la crescite sane, il rispetto delle regole e dell’altro.

Quando si svolge la gara?

Giuseppe Sgro. Il 5, 6, e 7 ottobre, sono tre giornate con eventi scientifico-sportivi distribuiti tra il Vaticano, la Galleria Alberto Sordi e il Pontificio oratorio San Paolo, dove si troveranno anche squadre di ragazzi a giocare con altri ragazzi del Lazio.

La pagina web è www.giocandoconire.it nella sezione prima Clericus chess international. Le iscrizioni sono aperte fino all’ultimo momento.