Essere santi con lavoro e temperanza e lasciar perdere il resto

L’incontro formativo dei 6 giovani salesiani tirocinanti nelle comunità dell’Ispettoria Meridionale

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di Eugenio Fizzotti

ROMA, martedì, 23 ottobre 2012 (ZENIT.org).- L’itinerario formativo di coloro che desiderano acquisire lo stile di vita salesiana perché consapevoli di essere chiamati da Dio a effettuare questa scelta prevede, dopo un certo tempo di pre-aspirantato, i dodici mesi del noviziato che ha come obiettivo l’approfondimento delle motivazioni della propria scelta, l’accettazione dell’idoneità della vocazione salesiana e l’orientamento verso il completo dono di sé a Dio per il servizio dei giovani, secondo lo spirito di Don Bosco.

A conclusione del noviziato i novizi professano per un triennio o per un anno, a seconda del contesto culturale, i voti di povertà, castità e obbedienza e a brevissima distanza di un paio di mesi iniziano a effettuare una preparazione filosofica che in Italia, come membri della Comunità di San Tarcisio, che sta nella zona della catacombe di S. Callisto in Via Appia Antica, li ha frequentare la Facoltà di Filosofia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, o come membri della Comunità di Nave (in provincia di Brescia) li fa frequentare un Centro Studi intitolato a Paolo VI, affiliato alla Facoltà di Filosofia di Roma.

Terminati gli studi filosofici i giovani salesiani sono obbligati a effettuare per due o tre anni un’attività pastorale che, consentendo di esercitare la pratica del Sistema Preventivo, favorisce, attraverso la propria esperienza educativa, la chiarificazione e l’approfondimento dei valori della vocazione. Questi anni di tirocinio, secondo la terminologia squisitamente salesiana, vengono vissuti in comunità che, con una presenza generalmente abbondante di ragazzi e di giovani, consentono di lavorare offrendo con generosità i doni dei voti di povertà, castità e obbedienza.

A Bari, il 20 e 21 ottobre 2012, ha avuto luogo, sul tema: “Lavoro e temperanza”, un incontro dei 6 tirocinanti dell’Ispettoria Meridionale che è costituita da 30 comunità presenti in Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Svizzera, Albania, Kosovo.

I partecipanti sono stati: Antonio Colombino che fa il 2° anno nell’Istituto di Soverato, che ha una Scuola Media, un Ginnasio e un Liceo Classico, oltre che un Oratorio e una Parrocchia; Antonio Lopez che fa il 2° anno a Taranto nell’Istituto che ha un Liceo Scientifico, un Oratorio e una Parrocchia; Andrea Tripaldi che fa il 3° anno a Bari, dove c’è un Centro di formazione professionale, un pensionato universitario, una comunità famiglia per minori, un Oratorio e una Parrocchia; Alessandro Lemmo che fa il 1° anno a Napoli che nel Centro sociale “Don Bosco”, ha una comunità alloggio per minori, una Scuola Media, un Centro diurno semiresidenziale, un Centro di formazione professionale, un Oratorio; Giuseppe Russo che fa il 1° anno a Salerno che ha un Convitto per studenti universitari, un Oratorio, una Parroccia e il Prenoviziato; Odise Lazri che fa il 1° anno a Scutari in Albania che ha un Centro catechistico diocesano, un Oratorio e una Parrocchia.

Animati da Don Angelo Santorsola, vicario ispettoriale dell’Italia Meridionale, le due giornate hanno coinvolto i 6 tirocinanti in una condivisione particolarmente efficace dell’esperienza che svolgono all’interno del loro cammino di formazione iniziale.

Avvalendosi anche del contributo di Don Carlo Maria Zanotti, ex maestro dei novizi nel noviziato di Pinerolo, uomo di grande spirito salesiano ed esperienza formativa, l’incontro è iniziato con un intervento di Don Angelo Santorsola sul capitolo IX della Ratio Fundamentalis Institutionis et Studiorum della Congregazione Salesiana, cui ha fatto seguito Don Carlo Maria Zanotti che ha presentato la lettera del Rettor Maggiore sul tema del prossimo Capitolo Generale XVII: “Testimoni della radicalità evangelica”.

Con particolare attenzione ci si è soffermati sul punto: “Radicalità evangelica della vita consacrata salesiana”, grazie al quale hanno approfondito il tema del lavoro e della temperanza. E la tematica è stata in forma originale verificata partendo da alcune lettere di don Bosco raccolte nei quattro volumi dell’Epistolario.

Molto partecipata è stata anche la veglia missionaria che, organizzata dall’Oratorio di Bari e presieduta anch’essa dal vicario ispettoriale, ha consentito ai 6 tirocinanti di inserirsi nella vita e nelle attività, seppur per poco tempo, della comunità che li aveva accolti.

E dopo aver effettuato una cena con tutti i confratelli della comunità, caratterizzata da tanta allegria salesiana e da tanti gesti di accoglienza in sincero spirito di famiglia, i tirocinanti hanno compiuto una passeggiata per la città di Bari con l’incaricato dell’Oratorio, ammirando alcune bellezze del centro e gustando un ottimo gelato.

Conclusa la giornata di sabato 20 con la preghiera del Santo Rosario sul tema dell’incontro e la buonanotte da parte del vicario, la domenica, dopo la preghiera delle lodi, ha consentito al gruppo di effettuare un’indispensabile condivisione sia del lavoro svolto nel pomeriggio precedente e sia soprattutto delle personali esperienze di tirocinio, che si sono rivelate molto positive ed entusiasmanti per tutti i 6 tirocinanti.

E la recezione di informazioni su alcuni eventi che vivrà l’Ispettoria Meridionale, e ai quali si è invitati a partecipare con vivo coinvolgimento, ha preceduto la celebrazione dell’Eucarestia cui ovviamente ha fatto seguito il pranzo con la comunità che ha concluso l’incontro e durante il quale il Direttore della comunità ha invitato i tirocinanti a «essere santi e a lasciar perdere il resto».

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ZENIT Staff

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