del card. Kurt Koch

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 17 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intervento del cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, alla tredicesima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi (16 ottobre 2012).

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“La sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani” (Benedetto XVI, La Chiesa è un’immensa forza rinnovatrice. La celebrazione dei primi vespri della solennità dei Santi Pietro e Paolo il 28 giugno 2010, in: Insegnamenti di Benedetto XVI, VI, 1, 2010, Città del Vaticano 2011, 984-987, cit. 987).

Con queste parole Papa Benedetto XVI ha annunciato l’istituzione del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. La Chiesa universale è interpellata in particolar modo con il Sinodo dei Vescovi qui riunito. La presenza dei delegati fraterni ed il loro contributo al Sinodo, per i quali sono profondamente riconoscente, ci ricordano la seconda esortazione, ovvero la necessità che la nuova evangelizzazione abbia una dimensione ecumenica.

Il legame inscindibile tra evangelizzazione e ricerca dell’unità dei cristiani era già noto al Concilio Vaticano Secondo. Il Decreto conciliare sull’ecumenismo parte dalla convinzione che la divisione della cristianità è “di scandalo al mondo” e “danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura” (Unitatis Redintegratio, n.1). Fin dalla sua prima frase, il Decreto afferma quindi che “promuovere il ristabilimento dell’unità fra tutti i cristiani è uno dei principali intenti del sacro Concilio ecumenico Vaticano II”.

Ecumenismo ed evangelizzazione vengono visti sempre insieme. Sarebbe un bel segno se da questo Sinodo dei Vescovi venisse diramato alle altre Chiese e Comunità cristiane l’invito a percepire come compito comune la nuova evangelizzazione e a testimoniare insieme Gesù Cristo in maniera ancora più decisa.

I testimoni più credibili della fede sono i martiri, che hanno dato la loro vita per Cristo. Per questo, desidero ricordare anche quella profonda dimensione dell’ecumenismo che stava così tanto a cuore al Beato Papa Giovanni Paolo II, ovvero l’ecumenismo dei martiri. Consapevole del fatto che tutte le Chiese e le Comunità cristiane hanno oggi i loro martiri, Papa Giovanni Paolo II ha scorto nei martiri “la prova più significativa che ogni elemento di divisione può essere trasceso e superato nel dono totale di sé alla causa del Vangelo” (Giovanni Paolo II, Ut unum sint, n°1).

Mentre noi cristiani siamo ancora in una comunione imperfetta su questa terra, i martiri nella gloria celeste vivono già in piena comunione. Pertanto, possiamo trovare conforto nella speranza che il sangue dei martiri del nostro tempo diventerà un giorno il seme della piena unità del Corpo di Cristo. E questa speranza vogliamo testimoniarla insieme con una credibile, nuova evangelizzazione