di mons. José Domingo Ulloa
CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 15 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intervento di S. E. R. Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, O.S.A., Arcivescovo di Panama, alla decima Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi (13 ottobre 2012).
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Gesù ha inviato i discepoli come suoi testimoni a Gerusalemme, in Galilea e fino agli ultimi confini della terra. Ed era proprio la testimonianza d’amore a suscitare l’ammirazione dei pagani. La testimonianza dell’amore cristiano continua a possedere forza evangelizzatrice oggi; per questo, il Beato Papa Giovanni Paolo II affermava: “La futura evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica” (FC n. 52).
Tuttavia, affinché le nostre famiglie rispecchino questo volto di Chiesa Domestica, è necessario che siano vere comunità di amore e di vita, di fede e di salvezza. E questo sarà possibile nella misura in cui il nucleo familiare si rafforza nella sacramentalità del matrimonio. Per far ciò, dobbiamo però sviluppare e rafforzare la pastorale di accompagnamento ai matrimoni e alle famiglie. Dobbiamo dedicare più tempo e migliori risorse alla preparazione del Sacramento del Matrimonio.
Stiamo aspettando con vivo interesse il Vademecum che il Pontificio Consiglio per la Famiglia sta preparando, certi che contribuirà al miglioramento della qualità umana e cristiana dei matrimoni.
Dobbiamo prestare una maggiore sollecitudine pastorale, attraverso programmi di accompagnamento, ai matrimoni sacramentali già celebrati, in modo da consolidarli e prepararli allo svolgimento dei propri compiti all’interno della famiglia, della Chiesa e della società. La catechesi per gli adulti sta esigendo maggiore attenzione da parte di tuttala Chiesa.
Non dobbiamo trascurare le famiglie che si trovano in situazioni irregolari: esse costituiscono un’altra preoccupazione nella pastorale della Chiesa. Malgrado questa costante preoccupazione, la pastorale delle famiglie in situazione “irregolare” (divorziati risposati) non sembra trovare risposte adeguate al problema ed è spesso fonte di evidente insoddisfazione per i fedeli che vivono questa situazione e che si sentono incompresi, giudicati, condannati ed esclusi, nonostante continuino a credere nella misericordia di Dio Padre e vogliano vivere in seno alla Madre Chiesa.