Dante ci insegna a proporre all'uomo di oggi la fede di sempre

Mons. Pasquale Iacobone, del Pontificio Consiglio per la Cultura, spiega come la spiritualità del Sommo Poeta possa insegnare a trasmettere oggi una fede autentica

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di Salvatore Cernuzio

ROMA, martedì, 9 novembre 2012 (ZENIT.org) – Per approfondire la conoscenza dell’evento dedicato al Sommo Poeta, ZENIT ha intervistato mons. Pasquale Iacobone, del dipartimento di Arte e Fede del Pontificio Consiglio per la Cultura, che ci ha spiegato con quale spirito il Dicastero ha organizzato questa raffinata serata e come la fede di Dante può essere un punto di riferimento per la Nuova Evangelizzazione.

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Cosa ha ispirato l’idea di una intera serata dedicata a Dante Alighieri?

Mons. Iacobone: Noi del Pontificio Consiglio per la Cultura abbiamo pensato di organizzare una serata dantesca cogliendo alcune opportunità. Innanzitutto l’Anno della Fede, che verrà inaugurato il giorno prima dell’evento. Poi le celebrazioni per il centenario del Poeta e soprattutto il Sinodo dei Vescovi, che ha portato a Roma i presuli di tutto il mondo. Ci è sembrato bello, quindi, offrire ai Padri Sinodali un polo d’interesse a cui la Chiesa, tra l’altro, tiene tanto.

L’idea, quindi, è stata di approfittare di un tempo così ricco per presentare la fede di una figura di straordinaria levatura culturale, sempre attuale: Dante Alighieri.

In questo “trittico” che abbiamo creato verrà proposta, quindi, l’opera del Sommo Poeta riletta però nella prospettiva specifica del suo Credo, della sua teologia e della sua spiritualità.

Ci siamo impegnati per dar vita ad un evento suggestivo. Oltre agli interventi degli illustri ospiti, ci sarà, infatti, un piccolo contorno musicale di un gruppo venuto nella Capitale in occasione della proclamazione a Dottore della Chiesa di Santa Ildegarda di Bingen, che proporrà delle musiche medioevali che creeranno il clima adatto per l’ascolto dei testi danteschi.

In questo momento in cui si parla tanto di Nuova Evangelizzazione, cosa possiamo ancora scoprire e imparare dalla fede di Dante?

Mons. Iacoboni: La fede di Dante è una fede estremamente storicizzata e contestualizzata, che sa entrare, cioè, nei vicoli, nei meandri, nei labirinti della Storia per poi dare una risposta. Quello di Dante, quindi, è in sostanza un metodo estremamente utile per tutti noi, per capire come la fede va rapportata al momento storico che si vive, attingendo al patrimonio antico per fornire le risposte più nuove, più sagge, più attraenti, anche a chi è lontano dalla fede.

L’Alighieri, infatti, non scriveva solo per i credenti, ma per i cittadini della sua Firenze, per i cittadini del mondo, per tutti. La sua è una parola universale che riesce a cogliere nel segno i problemi e gli aspetti più diversi dell’animo umano e ci dice come proporre la fede di sempre all’uomo di oggi.

Il Sinodo in corso è dedicato al tema della Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede. Quest’ultima si può realizzare attraverso la trasmissione della cultura?

Mons. Iacobone: Deve passare attraverso di essa! Se non ci fosse il tramite della cultura, del linguaggio, della comunicazione, il messaggio della fede non arriverebbe. Noi leggiamo Dante appunto per capire come lui ha tradotto la fede tradizionale nelle immagini e nei simboli del suo tempo. Dunque il depositum fidei va parafrasato secondo i linguaggi della contemporaneità, attraverso le vie dell’arte, della poesia, del cinema, della letteratura, della musica, ma anche dell’architettura e delle arti figurative, perché altrimenti rimarrebbe “lettera morta”. Obiettivo principale è dunque capire come, attraverso la cultura, il Vangelo può rimanere integro, ma soprattutto vivo ed efficace.

Alla luce di tutto questo, quale orizzonte si profila per il Pontificio Consiglio per la Cultura?

Mons. Iacobone: Il nostro Dicastero sta cercando di cogliere le sfide della modernità e della cultura in tutti i suoi aspetti. Mi riferisco alla cultura scientifica, a quella artistica, mediatica e via dicendo. Vogliamo ricordare che in tutti questi ambiti – così come in altri settori quali l’economia o la filosofia – la fede ha sempre qualcosa di nuovo, di bello e interessante da dire. Il nostro impegno principale è, dunque, creare le condizioni necessarie affinché chiunque abbia voglia di ascoltare parole sensate e importanti per la propria vita, ha la possibilità di farlo.

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ZENIT Staff

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