di Eugenio Fizzotti
ROMA, martedì, 9 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Una solenne realizzazione della preghiera dei Vespri nella Chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, presieduti dal Rev.mo benedettino P. Notker Wolf, Abate Primate e Abate di S. Anselmo, è stata la prima fase dell’inaugurazione dell’anno accademico 2012-2013 del Pontificio Ateneo S. Anselmo del quale P. Wolf è il Gran Cancelliere. L’evento ha avuto luogo il pomeriggio di lunedì 8 ottobre con la partecipazione sia dei docenti che degli studenti della Facoltà di Filosofia, il cui Decano è il P. Philippe Nouzille, della Facoltà di Teologia, il cui Decano è il P. Stefano Visintin, che è anche Vice-Rettore, del Pontificio Istituto Liturgico, il cui Preside è il P. Ephrem Carr, dell’Istituto Monastico, il cui coordinatore è il P. Matthias Skeb.
Conclusa la preghiera, nel corso della quale P. Wolf ha proposto anche una breve e apprezzatissima riflessione, tutti i presenti si sono trasferiti in un salone e hanno ascoltato con notevole entusiasmo il Discorso di inaugurazione tenuto dal P. Juan Javier Flores Arcas, Rettore Magnifico dell’Ateneo, il quale, dopo aver espresso un sentito ringraziamento ai numerosissimi presenti, evidenziando sia il Gran Cancelliere che diversi vescovi, alcuni ambasciatori, i colleghi rettori, i professori, i collaboratori, e soprattutti gli studenti e gli amici, ha sottolineato «le trasformazioni che stanno interessando la vita accademica e che animano il dibattito a diversi livelli della missione universitaria in un mondo in crisi».
Dopo aver richiamato che Benedetto XVI nel corso di un Discorso ai rappresentanti del mondo universitario cattolico, fatto all’Università cattolica d’America di Washington il 17 aprile 2008, aveva affermato che la Chiesa esercita «una diakonia della verità in seno all’umanità», il Rettore ha messo in evidenza che «le indicazioni educative e accademiche devono saper rispondere alle sfide del tempo presente, elaborando e trasmettendo una cultura propria e originale come prezioso contributo scientifico alla vita della comunità sociale e civile».
Tale affermazione ha voluto significare che l’Ateneo S. Anselmo «unisce alla qualità dei propri processi formativi un sistema di relazione con gli studenti che trasforma il percorso universitario in un’esperienza unica, di crescita culturale e di vita». Il che vuol dire che «l’insieme dell’attività formativo-accademica assicura agli studenti un’eccellente qualità degli studi fornendo loro una solida preparazione, adeguata alle nuove istanze didattiche, grazie al rigore metodologico dei contenuti e al loro confronto costante con la ricerca e le nuove esigenze della cultura postmoderna».
E dopo aver dichiarato che negli ultimi mesi è stato elaborato nell’Ateneo di Sant’Anselmo un “Piano strategico” finalizzato a un processo che richiede soprattutto lo sviluppo di nuove competenze, con l’apprezzamento e la valorizzazione della volontà e delle capacità di tutti gli interessati a lavorare insieme, il Rettore ha evidenziato che l’attività accademica punta sia alla ricerca che alla formazione di un’educazione superiore benedettina di alta qualità aperta a tutti, approfondendo la dimensione comunitaria, la celebrazione liturgica, la teologia e la spiritualità biblica e patristica, la riflessione teologica incarnata nella vita concreta e mirante allo sviluppo integrale dell’uomo, il dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale.
E dopo aver riferito che, oltre a formare una corretta mentalità circa il concetto di qualità, le Facoltà promuovono scientificamente le discipline, approfondendo la conoscenza della Rivelazione cristiana ed enucleando le verità in esse contenute, si è soffermato a indicare le novità che le caratterizzano sia nelle autorità che soprattutto nelle specifiche aree di ricerca. La Facoltà di filosofia, ad esempio, approfondisce l’antropologia, la storia della filosofia, il rapporto con l’esperienza mistica, nella Facoltà di Teologia è particolarmente attivo l’Istituto Monastico che fa studiare la “Teologia della spiritualità con profilo benedettino e monastico”, la specializzazione in teologia sacramentaria mira alla formazione di futuri docenti al fine di approfondire culturalmente e pastoralmente l’aspetto simbolico-rituale della tradizione con le complesse mediazioni culturali e teologiche che ciò richiede.
Un grande interesse ha poi detto che stanno riscuotendo il Master in Architettura e Arti per la liturgia e il corso di Liturgia per la pastorale che da tanti anni si svolge in collaborazione con l’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma. E ha suscitato stupore l’indicazione che «da questo anno si può partecipare alle lezioni via web anche scaricando il video delle lezioni e in questo modo è possibile raggiungere persone di tutta Italia allargando gli orizzonti della formazione liturgica».
Gradevole è stata anche l’informazione che «durante l’anno scorso alcuni istituti hanno manifestato l’intenzione di affiliarsi al nostro Ateneo. Tra l’altro le scuole teologiche delle abbazie di Saint Vincent o Saint Meinrad negli Stati Uniti il cui processo di affiliazione è già iniziato. Inoltre è in corso di rinnovo l’affiliazione con l’abbazia trappista di Sept Fons e con la scuola teologica di Rio de Janeiro».
E dopo aver ricordato l’impegno assunto nel rendere la biblioteca un luogo notevolmente ricco di strumenti di formazione, nel creare l’Ufficio studenti per facilitare l’organizzazione dei piani di studio, nel ristrutturare le aule, dotandole di lavagne elettroniche, il Rettore ha ringraziato «i cooperatori e i benefattori delle fondazioni negli Stati Uniti e in Svizzera che contribuiscono significativamente a creare una base stabile per il futuro di S. Anselmo».
È chiaro, quindi, che il Pontificio Ateneo S. Anselmo «deve essere contemplato come un “laboratorio” di cultura monastica dove s’insegna la teologia, la filosofia e la liturgia con il metodo che la stessa cultura monastica di tutti i tempi ha saputo proporre ed acquisire con la sapienza accumulata e con l’esperienza vissuta». E così facendo si esprime in forma notevolmente chiara la consapevolezza di portare avanti un compito specifico affidato dalla Chiesa che consenta di realizzare la vocazione benedettina negli attuali tempi difficili e di essere fedeli collaboratori per la nuova evangelizzazione.