Gesù è di più

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, giovedì, 27 settembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Il brano famosissimo del Qoèlet, sulla vanità delle vanità, non termina nel baratro del nulla, ma ci consegna all’Unico, a Colui che è, e che vince il nulla. Anche il re Erode, nel Vangelo, intuisce che in Gesù c’è qualcosa di più grande, che non trova paragone nemmeno nelle esperienze precedenti che egli ha fatto con grandi personaggi come Giovanni Battista.

Meditazione

Gesù si presenta come colui che è più grande: più grande di tutti i profeti che l’hanno preceduto. Dopo Erode, la storia ha continuamente cercato di definire l’identità di Cristo richiamando il paragone con altri personaggi storici, o con categorie e parametri che ne potessero circoscrivere l’immagine entro una cornice già conosciuta: Gesù uomo eccezionale, Gesù grande maestro, benefattore, legislatore, e perfino rivoluzionario. Sono immagini che sfiorano appena l’identità di Gesù, perché Gesù è di più. La fede semplice di chi l’ha incontrato e lo incontra anche oggi sa riconoscerlo con fiducia e abbandono. I sapienti – come i teologi – devono indagare, e fino a un certo punto si tratta di un’operazione legittima: è il lavoro di comprensione cominciato con gli apostoli, depositato nei Vangeli, e che ha percorso tutti i secoli della Chiesa. Chi è veramente Gesù? Gesù è un uomo che è Dio. I tratti della sua vita rivelano un’umanità grande e compiuta, ma nello stesso tempo annunciano un’eccedenza impossibile da contenere: Gesù è sempre oltre, sempre di più di quel che noi possiamo comprendere e trattenere. C’è di più nelle sue parole, nelle sue azioni, nella sua personalità. Per esprimerlo in modo chiaro e compiuto, la fede della Chiesa arriva a dire che in Gesù di Nazaret si è incarnato e vive il Figlio Unigenito del Padre, Dio da Dio: la persona divina del Figlio abita e vive un’umanità piena e reale; una natura umana e una natura divina, nell’unica persona divina del Figlio eterno. Queste espressioni usate dalla teologia cristiana non sono leziose e inutili; servono invece a esprimere, in linguaggio umano chiaro, il contenuto della fede e dànno ragionevolezza e plausibilità a un avvenimento nuovo e originale apparso sulla faccia della terra. Gesù di Nazaret ha suscitato, e continua a suscitare sorpresa, scandalo, rifiuto, ma anche ammirazione, entusiasmo, adorazione. Accade ancora.

Preghiera

O Gesù, ricordo di dolcezza, sorgente di forza vera al cuore, ma sopra ogni dolcezza è la Sua Presenza. Nulla si canta di più soave, nulla si ode di più giocondo, nulla di più dolce si pensa, che Gesù, Figlio di Dio. Gesù speranza di chi ritorna al bene, quanto sei pietoso verso chi ti desidera, ma che sarai per chi ti trova? (Jesu dulcis memoria).

Agire

Dedico un momento di adorazione o di studio, servendomi del catechismo universale, o di alcune pagine dai volumi di Ratzinger-Benedetto XVI su Gesù.

Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busetto, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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