ROMA, mercoledì, 5 settembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Per la prima volta vediamo Gesù entrare nella casa di Pietro, rifugio ospitale durante la sua lunga permanenza a Cafàrnao. Qui egli compie il primo miracolo di guarigione fisica, semplice come la sparizione della febbre che tiene a letto la suocera di Pietro. Non è nemmeno necessario che Gesù tocchi la donna, basta il suo comando autorevole per operare la guarigione, così come era avvenuto per la liberazione dell’indemoniato.
Meditazione
Nella giornata di Gesù descritta dall’evangelista Luca, sono segnati quattro tempi: la preghiera e la parola nella sinagoga; la permanenza nella casa di Pietro con la guarigione della suocera e l’accenno al pranzo che segue; la gente che fa ressa alla porta al calar del sole, quando finisce il giorno di sabato; infine, dopo il riposo della notte, Gesù esce di casa e va a pregare e viene nuovamente raggiunto dalle folle. Un giorno normale, che ci fa intravvedere Gesù all’opera su tutti i fronti e in tutte le modalità. Lo scopo della vita di Gesù è evidentemente la missione. In tutte le dimensioni della sua vita e in tutti i luoghi Gesù è consapevole di un compito da svolgere. Egli dice espressamente: «Per questo sono stato mandato». La coscienza di essere mandato e il suo permanente rapporto con il Padre segnano tutte le ore e le azioni della sua giornata. Di fronte a Lui le persone non rimangono indifferenti o passive, ma esprimono di volta in volta meraviglia, come nella sinagoga; domandano, come per la guarigione della suocera, e arrivano fino a pressarlo alla porta di casa, tentando anche di trattenerlo. Alla missione di Gesù corrisponde l’attesa dell’uomo che si apre a lui. Si raggiunge un punto di incontro vivacissimo. Sembra che tutto il mondo possa accorrere qui dove Dio è venuto a salvare. Finalmente gli uomini possono riconoscere colui che li salva e al quale si possono affidare. In questo piccolo borgo sulla riva del lago, si inaugura un cardine decisivo della storia di Dio con l’uomo. Questo permette anche di sciogliere l’ambiguità che si era insinuata nella comunità cristiana dei Corinti: è Dio stesso a salvarci, e nessun altro, e a Lui stesso dobbiamo decisamente riferirci.
Preghiera
Signore Gesù, entra nelle nostre case e attraversa ancora oggi le strade dei nostri paesi. Desideriamo ancora scorgere il tuo sguardo che ci cerca nella confusione della nostra vita, come un giorno guardasti la gente di Cafàrnao, di Gerico, di tutta la Palestina. Desideriamo che tu accolga l’invito a sederti alla nostra mensa, per ascoltare da te una parola di gioia e di speranza, un gesto di salvezza e guarigione (dalla preghiera di una parrocchia per la missione).
Agire
Nelle mie incombenze quotidiane, farò memoria dei momenti della giornata di Gesù a Cafàrnao, lasciandomi accompagnare dalla sua dolce presenza.
Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busetto, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it