di Włodzimierz Rędzioch
CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 4 settembre 2012 (ZENIT.org) - Una volta chiesi al compianto cardinale Andrzej-Maria Deskur se dopo la morte di Paolo VI si aspettava l’elezione di un cardinale non italiano. Con mia sorpresa mi ha risposto decisamente: “Non soltanto mi aspettavo l’elezione di un cardinale non italiano, ma di un concreto porporato, il cardinale Karol Wojtyła”.
Quando gli chiesi di spiegarmi, come nasceva questa sua previsione, da grande conoscitore della Curia e dei “meccanismi” vaticani, mi rispose: “Si sa che il nuovo Pontefice viene eletto dai cardinali, ma, in un certo senso, il suo grande elettore è anche il suo predecessore che sceglie i membri del Collegio Cardinalizio, determinando il risultato del conclave. Paolo VI apprezzava molto il card. Wojtyła e, direi, che in qualche modo lo preparò per succedergli.
Prima, lo volle predicatore degli esercizi spirituali in Vaticano per la Curia Romana per far conoscere il suo grande sapere e la profonda spiritualità. Poi lo nominò relatore del Sinodo sull’evangelizzazione. Era una sorpresa per tutti perché ci si aspettava un relatore da qualche Paese di missione. Ma in questo modo anche i cardinali del Terzo Mondo potevano conoscere l’Arcivescovo di Cracovia e apprezzare il suo zelo pastorale e missionario. Non è di poco conto il fatto che Paolo VI incoraggiava il card. Wojtyła a viaggiare per il mondo per conoscere meglio la realtà delle Chiese locali”.
Se ogni Papa è un “grande elettore” del suo successore, con le sue decisioni e le scelte personali, “determina” in qualche modo il risultato del conclave, allora bisognerebbe analizzare certi fatti per capire chi potrebbe essere il “candidato” di Benedetto XVI alla Sua successione.
- Quando nell’anno 2010 si dovette scegliere il nuovo Prefetto alla guida di una delle più importanti congregazioni, la Congregazione per i Vescovi, Benedetto XVI ha scelto l’allora arcivescovo di Quebec, il cardinale Marc Ouellet.
Gesù di Nazareth - Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Risurrezione, chi presentava questa importantissima opera del Papa-teologo? Il cardinale Marc Ouellet! Ad aprile si sono svolti gli esercizi spirituali del movimento Comunione e Liberazione (una delle più dinamiche realtà nella Chiesa non soltanto in Italia ma anche in varie parti del mondo). Il 22 aprile alla conclusione degli esercizi la santa Messa per 26mila partecipanti è stata celebrata dal card. Ouellet (d’altronde amico del defunto fondatore di CL, don Giussani).
- Quando nei mesi di aprile-maggio a Treviri in Germania si teneva l’ostensione della Sacra Tunica di Gesù, il Papa ha scelto come suo legato il card. Ouellet che il 13 aprile ha presieduto le celebrazioni d’inaugurazione.
- Dall’11 al 14 maggio 2012 a Lourdes si è svolto il 54° pellegrinaggio internazionale militare. Il cardinale Ouellet ha presieduto tale pellegrinaggio.
- A giugno si è svolto in Irlanda l’importantissimo 50° Congresso Eucaristico Internazionale. Il Papa ha mandato come Suo legato il cardinale Ouellet.
- A maggio, dal 21 al 24, si è svolta a Roma la 64° assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana (una delle più numerose conferenze episcopali nel mondo con tanti cardinali, cioè gli elettori nel futuro conclave). Chi ha celebrato nella Basilica di San Pietro la Messa per i 232 membri della CEI? Il cardinale Marc Ouellet.
Ovviamente non possiamo leggere nei pensieri del Papa e sapere perché Benedetto XVI da tanta visibilità all’attuale Prefetto della Congregazione per i Vescovi, ma è un fatto innegabile che questo presule canadese in pochi anni è diventato uno dei più importanti personaggi della Chiesa cattolica. Il suo curriculum, ricco di studi e di tante esperienze pastorali, spiega questa “ascesa”.
Marc Ouellet è nato l’8 giugno 1944 a Lamotte nella diocesi canadese di Amos. La sua vocazione è nata negli anni ‘60. che furono in tutto l’Occidente, gli anni della contestazione; si contestava ogni autorità, anche la Chiesa. Malgrado questa atmosfera poco favorevole il giovane Marc è riuscito a seguire la sua vocazione sacerdotale e nel 1968 è diventato sacerdote diocesano. Nel 1972 ha deciso di entrare nella Compagnia dei Sacerdoti di San Sulpizio (Sulpiziani), il cui carisma è la formazione dei preti.
Comincia, per studi e lavoro, a viaggiare: prima di tutto in Colombia, poi nella Roma pontificia (studi all’Angelicum e alla Gregoriana), e anche in Austria (Innsbruk) e Germania (Passau) per gli studi di lingua tedesca. Gli studi e i viaggi arricchiscono molto questo giovane prete del Quebec. Negli anni ‘70 e ‘80, lavorando nei vari seminari della Colombia, ha avuto la possibilità di imparare la lingua spagnola e di conoscere la Chiesa in America Latina, continente dove vive la maggioranza dei cattolici del mondo.
Da teologo, è stato legato alla rivista Communio e al grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar. Nel 1996-1997 è tornato a Roma per insegnare all’Istituto Giovanni Paolo II per la Famiglia. Nel 2001 il Papa lo nomina Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ma il suo soggiorno è breve perché l’anno successivo Giovanni Paolo II lo rimanda in Canada, nominandolo il 14° arcivescovo metropolita di Quebec e primate del Canada ed elevandolo alla dignità cardinalizia nel 2003. In Canada il cardinale Ouellet ha dovuto affrontare la profonda secolarizzazione della società canadese francofona, fino a poco tempo fa molto religiosa e legata alla Chiesa cattolica, e la drammatica crisi vocazionale.
Lo fa con grande zelo e coraggio, guadagnando la stima dei fedeli ed anche del Papa. Quando nel 2010 Benedetto XVI deve scegliere il successore del cardinale Re alla guida della Congregazione per i Vescovi, la scelta cade sull’arcivescovo di Quebec. E il cardinale Ouellet torna di nuovo a Roma per diventare uno dei più stretti collaboratori del Santo Padre.
[La seconda parte sarà pubblicata domani, mercoledì 5 settembre]
[Il testo completo dell’intervista è stato pubblicato in lingua inglese dalla rivista Inside the Vatican (August/September 2012)]