ROMA, martedì, 4 settembre 2012 (ZENIT.org) - I meriti della Vergine Maria vanno oltre il fatto di essere la Madre del Signore. “Si è resa disponibile alla volontà di Dio”, ha detto il cardinale Tarcisio Bertone durante una solenne Eucaristia celebrata sabato scorso presso il Santuario benedettino di Montevergine, in provincia di Avellino.

Nel santuario irpino, il cardinale segretario di Stato ha inaugurato un anno giubilare mariano concesso da Papa Benedetto XVI in occasione del VII centenario del culto ufficiale dell’icona della Madonna di Montevergine.

Oltre a questo anniversario, la comunità benedettina ha celebrato anche la ricollocazione dell’icona nella sua cappella storica. Nel 1960 era stata trasferita infatti all’interno della nuova basilica del santuario.

L’anno giubilare - ha detto il cardinale, secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana (1 settembre) – “sarà un invito forte e pressante alla testimonianza, all’annuncio della fede, alla semina abbondante della Parola di Dio per una nuova evangelizzazione nel nostro tempo”.

Per il porporato, “la santità e la grandezza di Maria è proprio nel suo ruolo di collaboratrice di Dio, come dispensatrice di grazia e di misericordia per ogni devoto, che ricorre a Lei”. 

“Maria – ha continuato il n°2 vaticano - è la Regina del cielo, che porta in braccio il Figlio di Dio, che è anche il suo Bambino, e che ha preso da Lei la natura umana, si è fatto uomo nel suo grembo, è cresciuto in età e sapienza, grazie alle sue premure materne”.

Ma, ha proseguito Bertone, per Gesù, sua Madre non era solo quello. “I suoi meriti sono molto più grandi: si è resa disponibile alla volontà di Dio, ha posto se stessa al suo completo servizio”.

Il Segretario di Stato ha ricordato che a promuovere il culto della Madonna tra le popolazioni dell’Irpinia è stato proprio il fondatore della Congregazione Benedettina di Montevergine, San Guglielmo, Patrono dell’Irpinia.

L’icona della Madonna, nota come la Maestà di Montevergine (o anche Mamma Schiavone) ed ascritta al pittore Montano d’Arezzo (XIII-XIV secolo), si distingue secondo il cardinale Bertone per gli occhi penetranti, benevoli e materni. “Occhi – ha dichiarato il porporato - che invitano alla preghiera, all’apertura del cuore. Sono occhi, che guardano non la massa, ma la singola persona che la prega e la guarda. Ogni devoto, ogni orante si sente oggetto di attenzione personale da parte della Madonna”.

Al termine della sua esortazione, il segretario di Stato ha auspicato che la celebrazione anno giubilare sia “un invito a rinnovare una più sincera e filiale devozione a Maria, perché aiuti a rafforzare la nostra fede a volte vacillante e ad ascoltare l’insegnamento del Figlio suo Gesù, trasmessoci dalla Santa Chiesa”. 

Il segretario di Stato ha ricordato anche con commozione il fu arcivescovo emerito di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, che ha definito “un uomo che incoraggiava a operare e a non tirarsi indietro”, “un grande ascoltatore sia della parola di Dio, sia degli uomini e delle loro contingenze”.

“Quando Papa Benedetto XVI mi propose l’incarico di Segretario, ero a Genova, dove ero arcivescovo, mi confidai con lui e gli chiesi consiglio. Mi incoraggiò ad accettare l’incarico”, ha raccontato ancora Bertone.