ROMA, mercoledì, 29 agosto 2012 (ZENIT.org).- Una testimonianza che è al tempo stesso segno di speranza e volontà di contribuire a portare la pace, ricostruire il dialogo, essere accanto al popolo che soffre. Così il Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Padre Robert F. Prevost, ha definito la decisione presa dai frati della Provincia Agostiniana della Nigeria che nelle difficoltà attuali hanno scelto di restare accanto al popolo che soffre.
Padre Prevost ha parlato di questa decisione del Capitolo degli Agostiniani della Nigeria, al quale ha partecipato, durante l’omelia della S. Messa celebrata il 28 agosto sulla Tomba di Sant’Agostino a Pavia nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro. Sul presbiterio della Basilica, davanti all’Arca marmorea del sec. XIV ai piedi della quale riposa Sant’Agostino, ardono decine di lampade, ognuna con la bandiera di una nazione in cui è presente l’Ordine. Fra di esse, è presente anche la lampada della Nigeria.
Il Priore Generale ha voluto condividere l’esperienza vissuta negli ultimi giorni, esperienza che esprime un elemento essenziale della dottrina di sant’Agostino: promuovere la comunione, la comunità, l’unità fra tutti i fedeli.
“Ascolterano la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10, 16). L’unico gregge è la Chiesa, l’unico pastore è Cristo. Noi tutti facciamo parte del corpo di Cristo come fratelli e sorelle uniti nella comunione con Gesù”, ha sottolineato il Priore che ha esortato a pregare per i confratelli nigeriani “in un momento in cui il loro paese sta soffrendo per la violenza di ciò che in apparenza è una guerra religiosa ma che in realtà è differente”. Si tratta oggi di un luogo dove i cristiani ogni volta che vanno in Chiesa debbono convivere con la paura dell’attentato.
Continua Padre Prevost: “Vivere in quella tensione non è facile. I nostri confratelli agostiniani che lavorano nelle zone più segnate dalla sofferenza hanno preso la decisione di restare lì, di dare la testimonianza della presenza di Cristo in mezzo al popolo, facendo molti sforzi per promuovere la pace, il dialogo, il rispetto reciproco, riconoscendo la dignità di ogni persona, sia essa cristiana o musulmana o di altra religione. Sono rimasti per promuovere veramente l’esperienza di pace e unità che sono segni dell’esperienza di Dio. Lo fanno con coraggio perché sarebbe più facile scappare. È testimonianza anche per noi”.
La presenza agostiniana in Nigeria consta di una settantina di religiosi a cui vanno aggiunti anche i confratelli che svolgono attività missionaria in altre nazioni del mondo. Anche grazie all’appoggio ricevuto dall’Italia, dalla Provincia Agostiniana Italiana, “i nostri confratelli stanno promuovendo programmi per aumentare l’istruzione delle giovani generazioni nigeriane e educare nella pace, per far capire che possiamo vivere insieme anche nelle differenze se siamo disposti a fare sforzi per unirci sulle cose in comune, cominciando con le opere di carità, promuovendo il dialogo, il rispetto e la tolleranza per i valori differenti, cercando in ogni cosa l’amore per la persona umana. Questo ci aiuta a costruire l’unico corpo di Cristo, tema molto centrale nel pensiero di Agostino che scrive: “Forse potremmo riuscire a raccogliere il nostro spirito dal molteplice all’uno, e riportarlo all’unità sottraendolo alla dispersione. (Omelia 23)”.
Conclude Padre Prevost: “La carità crea l’unità. Il mondo ha bisogno di questa testimonianza d’amore, e ciò si attua promuovendo il dialogo e la pace e insegnando ciò che è veramente il Regno di Dio”.
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