Tra il Cielo e la Terra: l'avventura scientifica e umana di Padre Angelo Secchi S.J.

Pubblicato un volume sulle scoperte del fisico gesuita vissuto nel XIX secolo

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di Giovanni Patriarca

ROMA, martedì, 28 agosto 2012 (ZENIT.org) – Le celebrazioni dell’Anno Internazionale dell’Astronomia nel 2009, sotto l’egida dell’UNESCO, hanno avuto come risultato un rinnovato interesse non soltanto per le recenti scoperte astrofisiche ma per la storia delle personalità e delle istituzioni che hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo della fisica moderna.

Non si può negare l’apporto fondamentale del Collegio Romano e dei padri gesuiti in quel lungo percorso che avrebbe portato alla ridefinizione e alla riformulazione delle scienze fisiche. Il Padre Angelo Secchi S.J., nato a Reggio Emilia nel 1818, appartiene a quella schiera di religiosi  scienziati che tanto lustro hanno dato alla Chiesa e all’Italia.

La pubblicazione del volume Angelo Secchi, l’avventura scientifica del collegio Romano, (a cura di A. Altamore e S. Maffeo S.J.) con il contributo di molti studiosi di fama internazionale, edito dalle edizioni QUATER di Foligno (2012),  nasce da una proficua collaborazione tra la Specola Vaticana e l’Università di Roma Tre.

Il pregio di questa iniziativa editoriale, di carattere storico e scientifico, è quello di illustrare in modo chiaro ed esauriente un periodo storico caratterizzato da rivolgimenti politici e moti popolari. Se l’Europa settentrionale vede uno sviluppo economico notevole, figlio della cosiddetta Rivoluzione Industriale, in Italia la situazione è ben diversa con una relativa arretratezza nella ricerca scientifica in ogni campo.

I moti rivoluzionari e l’anticlericalismo, con la soppressione degli ordini religiosi, costringono il giovane padre Angelo Secchi a trovare rifugio prima a Stonyhurst in Inghilterra e poi, a causa di un’epidemia di colera, al Georgetown College di Washington negli Stati Uniti. Paradossalmente nell’esilio forzato padre Secchi ha la possibilità di entrare in contatto con le metodologie della New Astronomy e di utilizzare innovativi strumenti di misurazione, prodotti della rivoluzione scientifica e tecnologica americana.

Nel 1864 pubblica l’opera dal titolo L’Unità delle Forze Fisiche,in cui si esprime la “profonda convinzione sull’unità della natura e della scienza” in cui vengono investigate “le correlazioni tra i diversi fenomeni fisici”. In una sorta di complementarietà positiva padre Secchi guarda al futuro delle scienze e alla loro necessaria collaborazione per il bene dell’umanità.

Non a caso il nome di Secchi è legato, per la sua infaticabile attività didattica e divulgativa, non soltanto riguardo alla fisica ma anche alla geodesia, alla gnomonica (costruzione di meridiane e orologi), alla meteorologia, alle scienze ambientali. In questo campo merita una breve presentazione il cosiddetto Disco di Secchi: si tratta un semplice strumento per la misurazione della trasparenza dell’acqua. Consiste in un disco bianco o bianco-nero del diametro di circa 30 cm immerso nell’acqua fino a quando non è visibile. Tale visibilità è conosciuta anche come profondità di Secchi.

Questa misurazione ha assunto una notevole importanza per il monitoraggio delle riserve idriche e per la lotta all’inquinamento tanto che negli Stati Uniti e in Canada si svolgono regolarmente i Secchi Days per il controllo dei corsi d’acqua, dei laghi e dei bacini idrici. Questo aspetto onora l’inventore dello strumento, il quale era convinto che la scienza dovesse essere al servizio della cittadinanza e avere una prospettiva etica.

Nel corso della sua esperienza terrena padre Secchi dovette difendersi più volte dalle aspre critiche sia dal fronte interno che esterno. È celebre una sua missiva in cui sostiene che: “mentre alcuni vedono l’incredulità e l’ateismo nei miei scritti, altri vi vede invece un’esaltata teologia che falsifica la fisica per appoggiare la Bibbia… Chi si lamenta di non trovarvi le scoperte che aspettava, chi non vi trova la fisica di San Tommaso (1877).

Il suo impegno a servizio della scienza e della Chiesa può essere sintetizzato dalla convinzione che “la verità non può contraddire se stessa” dando, in fondo, inizio alla moderna riflessione tra scienza e fede. Il volume si pregia, inoltre, di interessanti riferimenti bibliografici e immagini rare.

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ZENIT Staff

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