A Bracciano le "Giornate per universitari"

Intervista al responsabile della provincia italiana dell’Istituto del Verbo Incarnato, p. Arturo Ruiz

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di Giuseppe Brienza

ROMA, mercoledì, 29 agosto 2012 (ZENIT.org).- Difficoltà a rispondere alle critiche rivolte così comunemente alla fede cattolica? Fatica a conciliare le esigenze della vita con Dio con il modo di vivere odierno? Incertezza sulle questioni bioetiche che così spesso s’intrecciano nei percorsi di vita individuale e sociale?

Una soluzione a questo tipo di sfide, particolarmente ardue da affrontare soprattutto per i giovani, è anzitutto offerta da una approfondita e sistematica formazione cristiana. In tempi di crisi come gli attuali, spesso questa non può che scaturire dalla vitalità di quei Istituti religiosi cattolici, sorti negli ultimi decenni, in grande ascesa tanto in termini di vocazioni quanto di diffusione sociale ed attività culturale, quali ad esempio l’“Istituto del Verbo Incarnato”-I.V.E., fondato nel 1984 in Argentina dal padre Carlos Miguel Buela, ed oggi molto diffuso in Europa e, soprattutto, nel nostro Paese (cfr. www.iveroma.org).

A Bracciano (Roma) dal 31 agosto al 5 settembre prossimi, l’I.V.E. ha organizzato una di quelle iniziative formative che, appunto, mira a dotare giovani universitari di quegli strumenti necessari a riscoprire l’identità cattolica, conoscere le radici religiose della loro civiltà e, infine, rispondere agli attacchi che continuamente si fanno contro le esigenze della fede (per prenotazioni: ggiovani@ive.org; 389.9361360).

Le “Giornate per Universitari” dell’I.V.E., che sono anche frutto del rilevante lavoro d’insegnamento del Centro di Alti Studi “San Bruno” di Segnie quelloportato avanti dall’Istituto con la casa editrice “Edivi” di Segni (www.edivi.com), vedono fra i docenti nomi di prestigio sia nazionale sia internazionale. Fra gli altri si possono citare quello delprof. Elvio Fontana, segretario della “Società Internazionale Tommaso d’Aquino” (SITA), del presidente dell’“Associazione Psicologi e Psichiatri Cattolici”, Tonino Cantelmi ed, infine, del sacerdote argentino Arturo Ruiz Freites, responsabile della provincia italiana dell’I.V.E. ed autore dell’importante libro che ha anticipato il dibattito parlamentare sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT) nel nostro Paese, intitolato “Mabel e la morte. Eutanasia” [“Edivi”, Segni (Roma) 2011]. Proprio al padre Ruiz, che è il coordinatore delle Giornate ed insegna teologia al Centro di Alti Studi “San Bruno” abbiamo rivolto alcune domande a proposito dell’imminente iniziativa formativa.

A chi sono dirette le “Giornate per Universitari”?

In particolare sono pensate per giovani universitari e lavoratori tra i 18 e i 30 anni ma, in generale, in concorrenza dei posti disponibili, sono anche aperte ad accogliere tutti coloro che vogliano ricevere una formazione salda ed avere gli strumenti necessari per conoscere e difendere le questioni della fede cattolica, in particolare nell’ambito della teologia fondamentale e della bioetica. Da quest’ultimo punto di vista, vorrei segnalare come, alla fine delle Giornate, faremo omaggio ai partecipanti di un libro pubblicato per la nostra casa editrice “Edivi” del padre Fuentes, intitolato “Le verità rubate”, oltre che del DVD con i video e i testi di tutte le conferenze tenute.

Cosa ci può dire della prima Giornata, aperta dalle lezioni del P. Dott. Elvio Fontana dedicate alle “Antiche e nuove forme di ateismo”?

Lo studioso dell’I.V.E., fra i più noti tomisti contemporanei, illustrerà le forme di ateismo antiche e quelle che sono apparse negli ultimi secoli. Ci sono infatti tante domande alle quali bisogna saper rispondere per confrontare l’ateismo.

Quali ad esempio?

Beh, penso a quelle spesso ascoltate in tanti film e conferenze: “Se Dio esiste, perché esiste il male? Se Dio esiste, sono veramente libero? Come posso dimostrare che Dio esiste e come posso conoscerlo? Dio è veramente provvidente e sa tutto, anche se vediamo tante sventure e calamità?”.

Una delle più grandi inquietudini dell’uomo contemporaneo, perso nella povertà di relazioni dell’era digitale, non è forse quella di riscoprire se stesso?

Certamente. Per questo abbiamo chiesto al prof. Tonino Cantelmi di tenerci un approfondimento sul tema “L’amore ai tempi di Internet”. Una delle grandi innovazioni degli ultimi anni e che ha avuto una maggior influenza agli inizi del terzo Millennio è stata, infatti, senz’altro la rivoluzione digitale e la crescita dell’uso di Internet. Ormai fin da piccoli i nostri giovani imparano ad usarlo e da grandi sembra che senza un computer collegato non possano andare da nessuna parte. Ma bisogna soffermarsi sugli effetti derivati da questo fenomeno che nella società odierna si producono: dipendenza dall’uso del PC, isolamento, mancanza di realismo, crisi d’identità, ambiguità, sensazionalismo… sono alcuni degli effetti che troviamo soprattutto nei giovani cibernauti. Ci soffermeremo su alcuni di questi aspetti dando rilievo alla dimensione psicologica, affettiva ed educativa dell’uomo immerso nelle ragnatele di internet.

Direte qualcosa a proposito delle frequenti accuse alla Chiesa cattolica di avere una posizione rigida e “passatista” in ciò che riguarda la bioetica. Come parlare apertamente ai giovani italiani della difesa dall’aborto, dall’eutanasia e da ogni modo di negare la dignità e i diritti della persona umana?

Personalmente, terrò una conferenza che tratta la problematica morale che si pone in rapporto alla vita umana intitolata “Vita umana e morale. Principi della Bioetica”. Tratterò degli interventi possibili su di essa dalla medicina, dalle scienze sperimentali, dai poteri politici o economici, dalle legislazioni. A partire dai fondamenti dell’originalità ed indole unica dell’essere umano e della sua vita, della dipendenza riguardo al Creatore della natura, dell’origine, qualità e fine della vita umana, si riflette per conoscere i principi morali corrispondenti. A causa delle sue affermazioni la Chiesa si accusa ingiustamente di intromettersi in un campo che non sarebbe il suo. Si chiede di riconoscere alla scienza medica l’autorità suprema nel campo della bioetica. Questo è veramente giusto? La scienza medica è l’autorità suprema per decidere sulla dignità delle persone? Quali sono i limiti della medicina? Cercheremo inoltre di fornire risposte alle seguenti domande: la scienza medica va contro la dottrina bioetica della Chiesa? E’ possibile vedere la fallacia dell’aborto o dell’eutanasia dal punto di vista medico?

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ZENIT Staff

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