ROMA, venerdì, 8 giugno 2012 (ZENIT.org).- "Mi auguro che i pellegrini e i turisti, in cammino lungo il cammino di San Martino, possano gustare questo connubio di storia e spiritualità attraversando San Martino Siccomario".
Il Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, Piero Gnudi, ha fatto pervenire alla municipalità di San Martino Siccomario, guidata dal sindaco Vittorio Barella, un saluto in occasione del "Crossroads of Europe - cultural and religious routes" evento che, organizzato a Pavia dalla Commissione Europea, ha coinvolto il comune lomellino alle porte di Pavia per la sua storia, la sua appartenenza al Cammino di San Martino e la sua importanza per l'unità d'Italia.
Una storia millenaria che inizia e ha subito il suo culmine nel sec. IV quando, come narra Sulpicio Severo nella "Vita Martini", il giovane figlio di un veterano dell'esercito imperiale romano, fra il 325 e il 330, a pochi anni dall'Editto di Costantino che ha reso lecito secondo il diritto il cristianesimo, abbandonò la famiglia e si rifugiò in una chiesa dove domandò di diventare catecumeno, cioè di essere istruito per ricevere il battesimo. "San Martino Siccomario ha voluto portare nel nome stesso della Municipalità la ragione della sua identità" sottolinea il ministro Gnudi, ricordando con ciò che già pochi anni dopo la morte di San Martino veniva edificata una chiesa parrocchiale intitolata al santo vescovo di Tours, consacrata nel 448 da San Germano di Auxerre, chiesa che per molti secoli rimarrà alle dipendenze dirette della diocesi di Tours.
Nel Comune di San Martino Siccomario il Centro Culturale dedicato al santo e' referente italiano del Centre Culturel Européen St. Martin de Tours diretto da Antoine Selosse: "i valori di condivisione nel massimo rispetto delle differenze culturali e religiose e della necessità di sviluppare principi di solidarietà, partecipazione e cooperazione sono principi condivisi e condivisibili da tutti in Europa" spiega il ministro Gnudi. Questa fedeltà alle sue radici trova espressione nell'adesione piena e convinta di San Martino Siccomario al Cammino di San Martino di Tours, itinerario europeo dello spirito e della cultura che dall'Ungheria giunge in Francia attraverso Slovenia e Italia. Il ministro sottolinea come "I Cammini sono uno strumento di ricerca personale e di valorizzazione del territorio: attraverso il ritmo naturale del Cammino è possibile riappropriarsi della propria identità e al contempo conoscere e scoprire, gustandoli, i sapori di un'Italia minore forse nelle definizioni ma di assoluta rilevanza ed eccellenza per patrimonio storico, spirituale e culturale".
Il ministro si e' poi soffermato su un punto molto caro ai cittadini di San Martino Siccomario e che l'Amministrazione comunale guidata prima da Renato Abbiati e ora da Vittorio Barella ha voluto sottolineare: il ruolo svolto dalla municipalità durante il Risorgimento. A San Martino Siccomario è stato innalzato per la prima volta il vessillo tricolore dalle truppe di Carlo Alberto di Sardegna. Era il 1848 e San Martino Siccomario era città di confine: al di là del Gravellone, fiume che bagna il Comune, c'era Pavia e l'Impero austriaco, al di qua San Martino Siccomario e il Regno di Sardegna. Qui Carlo Alberto consegnò all'esercito il tricolore, da qui partì quel sentimento di riscossa nazionale che portò alla I Guerra d'Indipendenza, qui venne edificata la caserma dei Carabinieri del Regno di Sardegna in quanto luogo di confine, qui Goffredo Mameli con gli altri patrioti compose carmi per la nascente nazione. San Martino ha voluto ricordare questo con un monumento proprio sul Gravellone e con una lettera al Presidente della Repubblica per continuare a conservare memoria delle sue radici. Il ministro Gnudi ha concluso con un auspicio: "Mi auguro che i pellegrini e i turisti, in cammino lungo il cammino di San Martino, possano gustare questo connubio di storia e spiritualità attraversando San Martino Siccomario".