ROMA, lunedì, 18 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 5,38-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio’’ e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Lettura

La prima lettura e il Vangelo sono accomunati dal motivo del male. Un abuso del potere regale nel primo caso, e la gestione del malvagio nel secondo. Nell’episodio della vigna di Nabot, la protagonista è Gezabele, la moglie fenicia del re Acab. Il testo presenta due concezioni del potere regale: quella israelita, secondo la quale il re è sottoposto alla Legge, e quella straniera, rappresentata da Gezabele, secondo la quale il re è al di sopra della Legge. Da questa impostazione ha origine l’ingiustizia.

Meditazione

La regola «occhio per occhio, dente per dente» è una norma di civiltà: serve a limitare l’uso eccessivo della vendetta. La vendetta, a sua volta, è un mezzo per ristabilire la giustizia. Quando una persona compie un atto di violenza, introduce nell’ordine dell’universo un elemento di disarmonia. La giustizia è la veste rispettabile della vendetta, la sua istituzionalizzazione e il suo freno. Gesù ci invita a scoprire il centro della Rivelazione di Dio su questo punto. Come si deve comportare il cristiano nei confronti di chi infrange l’armonia del cosmo con la violenza? Come ristabilire la giustizia a livello profondo? Gesù non afferma che dobbiamo rinunciare alle istituzioni giudiziarie; sarebbe il caos, l’anarchia, la prevaricazione del più forte. La Parola di Gesù non propone un nuovo sistema giudiziario; desidera cambiare il cuore del discepolo. Se la norma dell’«occhio per occhio, dente per dente» intende limitare il male e ristabilire la giustizia, il detto di Gesù si muove sulla medesima linea, avendo come obiettivo non solo la limitazione del male, ma la sua eradicazione. Per eliminare il male occorre distinguere tra la malvagità come atteggiamento e il malvagio come persona. Il malvagio va amato, anzi, la condizione per espandere la mentalità dell’amore è proprio quella di amare incondizionatamente chi vive ancora nella mentalità dell’odio o dell’indifferenza… Solo così si spezza il circolo del male. La vendetta istituzionalizzata, infatti, possiede un duplice limite: cerca di ristabilire una giustizia che non può mai essere adeguata – perché in questa vita non si possono mai pareggiare i conti con il male –, e perpetua il circolo del male che cerca di limitare. Solo l’atteggiamento dell’amore incondizionato verso tutti permette di arginare il male. Il Regno si espande nella misura in cui sempre più persone vivono l’amore come atteggiamento fondamentale.

Preghiera

Signore Gesù, Tu ami tutti, anche i malvagi.

Agire

Accolgo nel cuore una persona che compie il male nei miei confronti. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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