Madeleine Truel, la peruviana che salvò più di cento ebrei

Presentato a Roma il documentario sulla giovane donna assassinata in un lager perchè procurava agli ebrei documenti falsi per fuggire dallo sterminio

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ROMA, sabato, 30 giugno 2012 (ZENIT.org) – Secondo le fonti storiche, i peruviani che morirono nei campi di concentramento nazista furono 22.

Tra questi c’era Madeleine Truel, nata a Lima nel 1904, la quale, giunta in Francia, si unì alla resistenza contro i nazisti aiutando a salvare numerose famiglie ebraiche, mossa dai valori cristiani trasmessi dalla sua famiglia e dalla scuola di Lima.

Un caso simile a quello raccontato da Shinder’s list, la cui memoria viene infatti recuperata da un documentario di circa 29 minuti, basato sul libro di Hugo Coya Season Finale, che verrà presentato al Congresso del Perù il 13 luglio. Il giorno dopo, sarà possibile vederlo sul canale Youtube e dal 27 luglio verrà trasmesso sulla televisione peruviana RTV.

“È un documentario che ci ricorda un personaggio presto dimenticato, una cittadina peruviana che ci ha dato una grande lezione” ha affermato l’ambasciatore del Perù presso la Santa Sede, Cesar Castillo, presente all’evento. L’ambasciatore ha ricordato che Madeleine “era venuta in Francia guidata da profondi valori etici e cristiani appresi a Lima nella scuola parrocchiale di San Giuseppe di Cluny, i quali la motivarono ad unirsi alla resistenza quando le forze tedesche invasero la Francia”.

Il film, scritto e diretto da Luis Cam, un giovane professore della Universidad San Martin de Porres, è stato presentato alla stampa italiana mercoledì 27 luglio presso il NH Hotel Giustiniani, a pochi passi da Castel Sant’Angelo, con i sottotitoli in italiano.

Di genitori francesi, proveniente da una famiglia numerosa, Madeleine ricevette sin dall’infanzia una formazione profondamente cristiana. Studiò presso il Collegio di San Giuseppe di Cluny a Lima. Orfana di entrambi i genitori all’età di 24 anni, emigrò con i suoi fratelli in Francia, a Parigi, dove studiò alla facoltà di filosofia della Sorbona, frequentando la chiesa di San Francesco di Sales, nella zona tra l’Arc de Triomphe e Montmartre.

Allo scoppiare della guerra, iniziò la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento tedeschi. Dopo l’invasione della Germania si diede il via alla resistenza francese. In questo contesto, Madeleine aiutò a preparare documenti falsi per le famiglie ebree in modo che sarebbero potute fuggire. Non si sa esattamente quanti ebrei riuscì a salvare, ma è sicuro che continuò a produrre questi documenti per almeno due anni.

Cadde poi nelle mani della Gestapo, che la torturò e abusò di lei perché non volle rivelare i nomi che conosceva. Venne deportata quindi al campo di concentramento di Sachsenhausen in Germania. La sua forza, hanno raccontato alcuni testimoni, era la lettura costante di una Bibbia lasciatale dai suoi parenti quando cadde prigioniera.

Nel lager di Sachsenhausen, a 35 chilometri da Berlino, Madeleine visse una carità eroica, non perse mai la sua gioia, condivideva le proprie razioni con i più bisognosi e incoraggiava gli altri prigionieri a non perdersi d’animo, raccontando le storie imparate in Perù. Un gesto che le valse il soprannome di “Bird Island”.

Morì il 3 maggio 1945 picchiata a morte dai nazisti, in una cosiddetta “strada della morte”, poche ore prima che le truppe russe arrivassero.

Prima che fu seppellita, una delle sue amiche le mise il suo braccialetto ebraico, in modo da essere identificata come vittime della furia nazista. Sul suo petto furono collocati dei gerani rossi e bianchi, in onore della sua cittadinanza peruviana. Il suo nome compare, inoltre, sul monumento dei deportati dalla Francia durante la seconda guerra mondiale, di fronte alla cattedrale di Notre Dame de Paris.

Il documentario che verrà presentato il prossimo mese contiene brevi interviste con alcuni professionisti, come: Gustavo Gorrit, Hugo Coya, Leon Trahtemberg e Gonzalo Truel Rossello, cugino di Madeleine. La presentazione è stata organizzata dalla Fondazione per la promozione sociale della cultura (www. Fundacionfpsc.org), l’Osservatorio per l’America Latina e Mediatrends Prestomedia.

È possibile vedere il trailer del video cliccando su: http://www.youtube.com/watch?v=bmQHtCHXDxs

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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