Lo riconosci dai frutti

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, mercoledì, 27 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 7,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Lettura

Nell’anno 622 a.C. il re di Giuda, Giosìa, in seguito al ritrovamento di un libro nel tempio, inizia la più grande riforma religiosa prima dell’esilio. Israele deve adorare solo Dio, solo nel tempio di Gerusalemme, e deve salire alla città santa nelle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Pentecoste, Capanne). Si noti l’importanza decisiva del libro come strumento di riforma religiosa. Il Vangelo parla del criterio per discernere coloro che parlano a nome di Dio, da quelli che parlano per il proprio interesse.

Meditazione

Il profeta è un uomo che parla a nome di Dio e indica la via da percorrere per l’oggi. Il falso profeta è un membro della comunità cristiana che si presenta con tutte le caratteristiche della profezia, ma della quale non porta i frutti. Abbiamo visto che al centro del discorso della montagna c’è la preghiera del Padre nostro, incorniciata dai detti sulla necessità di compiere le buone opere non per essere ammirati dagli uomini, ma a motivo della relazione personale con il Padre; ecco la chiave di lettura del nostro passo. L’appartenenza alla comunità cristiana, il lavoro per l’edificazione del Regno, non si prefiggono come obiettivo né il fare tante cose, né lo sviluppo di una leadership personale travolgente, la ricerca del guru, l’idolatria del capo o del carismatico. Il ministero della profezia è un dono cruciale nella Chiesa perché le permette di mantenersi in ascolto della volontà di Dio. La Chiesa non esiste, infatti, per perseguire i propri obiettivi, ma per compiere il progetto di Dio a servizio dell’umanità e della creazione. Si comprende perché avremo sempre bisogno di profeti, e perché è così decisivo sviluppare un criterio di discernimento. Tale criterio è il “frutto”, e il frutto corrisponde a tutto ciò che scaturisce dalla relazione autentica con il Padre. Mentre nell’Antico Testamento il criterio per capire se una persona era un profeta era la verifica dell’accadimento delle predizioni del futuro, per Gesù questo non è più sufficiente. Il criterio è l’amore: amore per Dio e amore per il prossimo. Il profeta autentico non pone se stesso al centro della scena, non attira le persone verso di sé, ma indirizza tutto verso Dio, si considera relativo a Dio e ai fratelli. È un servo, non una star.

Preghiera

Signore, suscita profeti autentici.

Agire

Osservo i frutti concreti della relazione che il Padre intrattiene con me. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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