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Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, martedì, 26 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 7,6.12-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

Lettura

Nel 701 a.C. il re assiro Sennacherib, dopo aver devastato alcune città di Giuda, assedia Gerusalemme. Ezechìa, re di Giuda, implora l’aiuto di Dio, il quale risponde per mezzo del profeta Isaìa: la città santa non verrà distrutta. Il mattino dopo, l’accampamento assiro è deserto; il Signore ha salvato il suo popolo. Il Vangelo contiene tre detti di Gesù: le cose sante, la “regola d’oro”, le due vie.

Meditazione

I tre “detti” introducono la parte finale del discorso della montagna, dedicata alla sintesi dell’insegnamento di Gesù, e al modo con cui accogliere e trasmettere tale insegnamento. La sintesi è data dal detto centrale: la “regola d’oro”. Assaporiamo la bellezza e la potenza di questa frase: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12). Imprimiamola nella memoria, ripetiamola, cantiamola, parafrasiamola, facciamola nostra, parliamone quando siamo per strada e quando siamo a casa, raccontiamola ai nostri figli, rendiamola viva con la vita (cfr. Dt 6,6-8). Non aspettiamo che gli altri facciano il primo passo, facciamolo noi; non misuriamo il nostro amore su quello che riceviamo dagli altri, ma su quello che riceviamo da Dio. La frase non implica necessariamente un riferimento a Dio, e tantomeno al Padre di Gesù Cristo, e per questo è condivisibile da ogni persona. È questa la sua forza: evoca un principio di amore universale che non può non avere la sua sorgente in Cristo, ma non lo dice espressamente, per fare in modo che tutti lo adottino. Anche così il Regno si espande: per mezzo di frasi che scolpiscono la coscienza dei popoli. Il detto iniziale e quello finale sono dedicati al modo con cui il discepolo deve accogliere e trasmettere l’insegnamento di Gesù. Le «cose sante» e le «perle» rappresentano la Legge, che trova pieno compimento in Gesù; i «cani» e i «porci» simboleggiano i pagani. Il Vangelo non deve essere annunciato a tutti? Sì, ma con gradualità: la Legge dell’amore di Dio penetra nelle strutture del pensiero e le trasforma dal di dentro. È un processo che va fatto nel rispetto della capacità di adeguamento delle persone. La porta e la via strette rappresentano la necessità di mettere in pratica quanto ascoltato.

Preghiera

Signore, ti lodo per la presenza dell’altro.

Agire

Compio un gesto di amore che desidero ricevere, e lo compio per primo. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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