"Togli prima la trave dal tuo occhio"

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, lunedì, 25 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 7,1-5

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Lettura

La prima lettura fornisce una spiegazione teologica alla distruzione del regno ebraico del Nord (Israele) nel 722 a.C., a opera degli Assiri. Da quel momento rimarrà solo il regno del Sud (Giuda), con capitale Gerusalemme. La catastrofe è avvenuta perché il popolo non ha seguito la Legge del Signore, ma altre leggi. Il codice legislativo rappresenta per Israele la linea-guida data da Dio per edificare un’autentica società umanizzante, secondo il disegno del Creatore. Il Vangelo parla della necessità di riformare se stessi, prima di intraprendere crociate contro il prossimo.

Meditazione

Come si può non giudicare? Noi giudichiamo continuamente. La capacità di giudizio ci può salvare da situazioni difficili. Ogni volta che incontriamo una persona che non conosciamo, formuliamo una serie di giudizi per avere una base sulla quale fondare il nostro atteggiamento nei confronti di quella persona, caratterizzato da fiducia o meno. È necessario anche il giudizio morale: dobbiamo individuare gli atteggiamenti negativi messi in atto dai membri della comunità al fine di preservare gli altri membri. Gesù parlerà, nel Vangelo di Matteo, della necessità di ammonire il fratello che commette una colpa (18,15-18). Come si può ammonire qualcuno senza emettere un giudizio sulla sua condotta? Il giudizio di cui Gesù parla oggi costituisce il fondamento di quello che tratterà nel capitolo 18. Qui Gesù non sta dicendo che dobbiamo evitare qualsiasi genere di giudizio, ma che possiamo permetterci di giudicare solo quando abbiamo interiorizzato le esigenze profonde del Regno. La Chiesa non è la comunità dei puri, non si prefigge lo scopo di instaurare uno stato di polizia in cui i membri siano sorvegliati per quanto riguarda la loro condotta morale. La Chiesa riceve da Dio il mandato di essere la comunità normativa, rappresentativa, del Regno, edè formata da peccatori desiderosi di intraprendere costantemente la via della riconciliazione. La comunità non è chiamata a fare qualcosa, per cui è necessario che tutti siano operativi al massimo grado, ma a essere il luogo dell’accoglienza della comunione di Dio.

Preghiera

Signore, Tu sei misericordioso verso tutti.

Agire

Guardo positivamente un fratello verso il quale nutro sentimenti di ostilità. 

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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