ROMA, mercoledì, 20 giugno 2012 (ZENIT.org) – In collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), Mark Riedemann ha intervistato per Where God Weeps (Dove Dio Piange), Oswald Gracias, cardinale di Mumbai, in India.
Eminenza, nei quarti del suo stemma appaiono la bilancia della giustizia per i suoi studi in giurisprudenza, la lavanda dei piedi per il servizio e la M per Maria, ma anche una stretta di mano. Perché questa stretta di mano?
Card. Oswald Gracias: È il simbolo della riconciliazione. E l’ho scelto anche come motto, “Ricapitolare tutto in Cristo”. Ho sempre avuto una profonda aspirazione a voler essere un costruttore di ponti, a voler unire le persone in situazioni di conflitto o di difficoltà. È un sentimento naturale infuso nel mio cuore dal Signore: volere la pace nelle comunità, anche per le piccole cose.
Papa Giovanni Paolo II ha chiesto a Lei di diventare vescovo e poi arcivescovo di Mumbai. Quali parole in particolare ha imparato da lui, per se stesso, per la sua vocazione e per l’India?
Card. Oswald Gracias: Mi sono incontrato con lui in moltissime occasioni. Tutta la sua vita mi ha colpito sin dal primo istante: il suo coraggio, la sua autenticità. Perché ogni volta che lo incontravo mi dava sempre la sua benedizione per l’India e cercava di darmi parole di incoraggiamento. Dimostrava sempre un grande affetto per il mio paese.
Perché il beato Giovanni Paolo II, come Madre Teresa, è particolarmente amato dalla comunità indù?
Card. Oswald Gracias: Penso per la sua autenticità. Era un uomo di profonda fede Abbiamo appena celebrato il giubileo d’argento della sua visita pastorale in India. Ho messo una statua di Papa Giovanni Paolo II davanti alla cattedrale e la gente – cattolici ed indù – viene a pregare al beato Giovanni Paolo II. Anche gli indù vedono in lui un uomo di Dio. Loro hanno intuito che era veramente una persona che predicava Dio in quello che diceva, in quello che faceva e come viveva.
Lei è il decimo cardinale in India. Questo significa che la Chiesa in Asia, la chiesa nel Sud, ora hanno una maggior importanza. È così?
Card. Oswald Gracias: Certamente. In Asia già la vedo come una Chiesa importante e in India in particolare, perché l’India sta crescendo rapidamente. L’India sta diventando importante. La nostra chiesa indiana, con i suoi teologi, vescovi e sacerdoti, sta dando un contributo alla Chiesa universale. Abbiamo ricevuto molto, abbiamo anche molto da dare.
Anche se la Chiesa esiste da due millenni, viene ancora considerata un corpo estraneo. È così e perché?
Card. Oswald Gracias: Uno dei motivi è forse perché abbiamo sempre avuto leader e vescovi stranieri; ora non c’è un solo vescovo che non sia indiano. Poi c’è il fatto che non abbiamo pienamente inculturati i nostri servizi liturgici, i nostri momenti di preghiera. Siamo rimasti un po’ troppo – io faccio parte della Congregazione dei Sacramenti – “romani” in questo senso, e non sufficientemente indiani. Più siamo inculturati, credo, più la gente vedrà che siamo veramente indiani. Perché il cristianesimo è in India dal primo apostolo, quindi dal 52 o giù di lì. Si suppone che San Tommaso sia venuto in India.
L’India è la culla di una delle più grande civiltà del mondo ed è orgogliosa delle sue tradizioni pluralistiche. In una recente intervista Lei ha detto che queste tradizioni pluralistiche sono in pericolo. Cosa intende? E quali sono le minacce?
Card. Oswald Gracias: Le forze fondamentaliste sono quelle che stanno creando problemi specifici ai cristiani e, talora, ad altre religioni. Questo non va bene per il Paese, perché credo che una delle ricchezze dell’India sia il suo essere un mosaico di diverse religioni, di culture diverse. Questa è la nostra ricchezza e bellezza. Quando poi vogliono dire che tutto debba essere uniforme, minacciano proprio questo. Stanno minacciando questa bella pluralità, la ricchezza, il rispetto che abbiamo avuto l’uno per l’altro. La religione non è una forza che divide. Ultimamente, alcuni partiti politici hanno sfruttato la religione per scopi politici.
Stiamo parlando dei fondamentalisti indù. Qual è l’interesse di questi gruppi?
Card. Oswald Gracias: Il fondamentalismo indù è un fenomeno molto recente in India. È iniziato come una reazione ad altri fondamentalismi, ma è stato sfruttato anche dai partiti politici che hanno strumentalizzato la religione per scopi politici, per ottenere il “voto” da parte di una particolare religione, dicendo: se credi che la tua religione è in pericolo, vota per me e io proteggerò la vostra religione.
E così si arriva al potere …
Card. Oswald Gracias: Sì. Penso che si tratti di un gioco pericoloso. E ho detto ad alcuni capi di questi partiti politici che stanno giocando un gioco molto pericoloso: “Probabilmente non ve ne rendete conto, ma si sta minando il tessuto stesso della società indiana, e fra 20, 30 anni, se si continua in questo modo, l’India potrebbe essere fratturata ed è difficile riunire nuovamente la gente”. Nessuno certamente vuole che questo accada. Proprio per questo è una minaccia.
Ma a questi gruppi piacerebbe che l’India avesse un’identità indù?
Card. Oswald Gracias: Credo che l’induista medio sia certamente tollerante, comprensivo e accogliente verso persone di altre religioni. C’è un piccolo gruppo, che è fondamentalista, al quale piacerebbe senz’altro considerare l’India come un Paese indù. I nostri avi, i padri della nostra Costituzione, i padri del nostro Paese, volevano esattamente che l’India fosse un Paese laico.
Come si può proclamare il Vangelo in questo contesto?
Card. Oswald Gracias: In queste circostanze, prima di tutto, credo che sia importante per noi essere autentici, per approfondire la nostra fede, di testimoniare con le nostre convinzioni che noi crediamo veramente che Gesù è il nostro Salvatore, l’unico Salvatore, il Figlio di Dio e non c’è nessuno dopo di Lui.
Lei ha detto che l’arma migliore del cristiano è la preghiera. Ma come possiamo sanare?
Card. Oswald Gracias: Certo, la preghiera è importante perché porta benedizioni di Dio. La preghiera è importante anche perché ottenendo la sicurezza che Dio è con te, di conseguenza, posso essere intrepido e portare avanti il mio lavoro, anche per la riconciliazione. Ecco perché ho detto che la preghiera è l’arma più efficace.
Qual è il ruolo della Madonna?
Card. Oswald Gracias: La Madonna è la preferita di tutti, indù inclusi. Nella mia propria parrocchia, abbiamo la novena alla Madonna del Perpetuo Soccorso ogni mercoledì dalle 8:30 della mattina alle 09:30 della sera, ogni ora e per tutta l’ora. Circa 70.000-80.000 vi partecipano ogni mercoledì. Mi hanno detto che circa il 60-70% delle persone che vengono non è cristiano; viene semplicemente per pregare la Madonna. Lei viene vista come una madre, attenta, amorevole, portando favori alla gente, portando grazie alla gente, sanando divisioni. Maria assume dunque un ruolo chiave in tutto questo.
Lei ha detto che i cristiani vivono oggi il Venerdì Santo. Ci sarà una Domenica di Pasqua?
Card. Oswald Gracias: Certo, non ho dubbi. Ho ricevuto delle chiamate da capi indù, dicendomi che non sono felici di quello che sta accadendo in Orissa e Karnataka. Ricevo chiamate da indù che mi dicono: “Cardinale, per favore, faccia una dichiarazione di condanna. Non è quello che vogliamo”. Sono veramente fiducioso che riusciremo a superare questo, sono convinto che la gente capirà. Sono fiducioso che ci sarà la Domenica di Pasqua per i cristiani, per la Chiesa, e per Gesù.
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Questa intervista è stata condotta da Mark Riedemann per Whe
re God Weeps, un programma televisivo e radiofonico settimanale, prodotto da Catholic Radio and Television Network, in collaborazione con l’organizzazione internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Per maggiori informazioni:
Aiuto alla Chiesa che soffre: www.acn-intl.org
Aiuto alla Chiesa che soffre Italia: www.acs-italia.glauco.it
Where God Wheeps: www.wheregodweeps.org
[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]