di Junno Arocho
DUBLINO, domenica, 17 giugno 2012 (ZENIT.org) – Entrando in una delle tante sale del 50° Congresso Eucaristico Internazionale, i partecipanti si dispongono in enormi file per prendere parte ad un tour unico nel suo genere. La mostra tridimensionale Con gli occhi degli apostoli: una presenza che travolge la vita, dà ai visitatori opportunità di compiere una visita guidata a attraverso Cafarnao dove, secondo le Sacre Scritture, Gesù ha vissuto durante il suo ministero pubblico.
“Questa mostra è stata allestita per la prima volta a Rimini, all’ultimo Meeting per l’Amicizia tra i Popoli”, spiega Maria Martin, una dei curatori dell’esposizione e membro di Comunione e Liberazione che, assieme alla Fondazione Icaro, ha sponsorizzato la visita. “È una riproduzione del villaggio di Cafarnao e mostra l’incontro tra Gesù e gli Apostoli, illustrando come le loro vite sono state trasformate da quell’evento”.
La mostra, che è basata su reperti archeologici di Cafarnao, riproduce luoghi fondamentali del ministero pubblico di Gesù Cristo. Assieme alle informazioni e al contenuto multimediale, permette ai visitatori di sentirsi proprio come se stessero girando per la Terra Santa.
Secondo quanto riferisce Martin, l’esposizione è stata visitata ogni giorno da migliaia di persone, molte delle quali si sono sentite toccate spiritualmente. “Abbiamo avuto ottimi riscontri, tutti sono stati contenti della mostra, alcuni si sono incredibilmente commossi”, ha detto la curatrice.
“Ieri sera un uomo è venuto qui, dicendo di aver sofferto per molti anni; poi, dopo aver letto il passo in cui Gesù chiede a Pietro: mi ami? (cfr. Gv 21,15), ha realizzato che tutto ciò che Gesù voleva da lui era un’amicizia, soprattutto dopo quello che Pietro aveva fatto. Quell’uomo si è visto cambiare radicalmente il suo mondo. E questa è soltanto l’esperienza di una persona; ognuno che ha visitato la mostra, ha la sua storia da raccontare”.
Anche se il futuro della mostra su Cafarnao è incerto, gli espositori sperano di poterla allestire in ulteriori nuovi eventi internazionali. “Quando sono arrivata qui in macchina, stamattina con i miei figli, ho pregato l’Angelus e mi chiedo se Dio vorrà portare questa mostra da qualche altra parte, dopo che l’avremo smontata, perché non sappiamo cosa ne sarà in futuro”, dice Margaret Biondi, anche lei curatrice dell’esposizione e membro di Comunione e Liberazione.
“Diremo una preghiera al nostro fondatore (don Luigi Giussani, NdR) – aggiunge – chiedendo che se qualcosa ancora andrà proseguito per questa mostra, ci faccia sapere presto, poiché siamo alla fine di questo percorso”.
Sia Biondi che Martin concordano sul fatto che gli scavi archeologici mostrati durante la visita, hanno aiutato i visitatori a comprendere il Vangelo.
[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]