ROMA, venerdì, 15 giugno 2012 (ZENIT.org) – Con i lefebvriani non c’è ancora accordo ma la trattativa del Vaticano continua e rimane la buona volontà di entrambe le parti. Secondo quanto riferisce un comunicato della Fraternità San Pio X, il superiore generale, monsignor Bernard Fellay ha “compreso le spiegazioni” fornitegli dal cardinale William Levada, prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, che ieri ha ricevuto in Vaticano la delegazione lefevriana.
Durante l’incontro, monsignor Fellay, ha esposto a Levada “le difficoltà dottrinali che pongono il Concilio Vaticano II e la Novus Ordo Missae”. La Fraternità assicura comunque che “la volontà di chiarimenti supplementari potrebbero condurre ad una nuova fase di discussione”.
Al termine del colloquio, durato più di due ore, Fellay ha ricevuto una bozza di proposta per una prelatura personale, nel caso di un eventuale riconoscimento canonico della Fraternità.
Secondo quanto riferito dal comunicato dei lefebvriani, “non si è discusso della situazione degli altri tre vescovi della Fraternità”, che, come specificato dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, sarà oggetto di un ulteriore futuro incontro. L’obiettivo comune è ora quello di “proseguire il dialogo per permettere di trovare una soluzione per il bene delle anime”.
L’ipotesi della realizzazione di una prelatura è stata commentata con favore dall’Opus Dei, che detiene il medesimo status giuridico-canonico. Si tratta di un inquadramento “molto ampio, che permette di inquadrare realtà distinte” e “non è strano – commenta una nota dell’Opus Dei – che si sia pensata questa soluzione per unire i fedeli che seguono la Fraternità di San Pio X”.
In ogni caso, la proposta di trasformare la fraternità lefebvriana in prelatura, “sarà un motivo di gratitudine a Dio e allo sforzo di unità che sta compiendo il Santo Padre”.